Come avete ben analizzato ci sono due fattori che entrano in gioco nei momenti operativi per il soccorritore/conduttore e sono il RISCHIO e la ABNEGAZIONE.
Il Rischio lo si può gestire con preparazione, addestramento e studio, ma la abnegazione è quella pulsione irrazionale che tende ad andare in contrasto con quanto imparato in teoria, come due omini di inside-out..
In qualunque corso di soccorritore, la Prima regola che insegnano è quella di operare solo se la scena è sicura, altrimenti si metterebbe a rischio la vita del soccorritore.
Tuffarvi in un fiume con mulinelli che hanno una forza tale da imballare una moto d'acqua da 130cv lo riterreste "sicuro"? io no, ma mi è capitato perchè un ragazzo di 14 anni si era ribaltato con la canoa...
L'unità cinofila (la preferisco come definizione al binomio..

) è costretta ad operare in condizioni estreme e spesso il conduttore opera scelte in modo irrazionale, nonostante l'addestramento, perchè entrano in gioco fattori emotivi.
UNO dei rischi in casi come quello di questo terremoto dove le temperature di giorno non sono basse e l'ambiente è asciutto è il colpo di calore associato all'inalamento di micropolveri e deidratazione. I conduttori preparati lo sanno, dovrebbero essere lavati sul muso nebulizzati in continuazione sugli occhi e tartufo, reidratati e fatti riposare... Ma magari l'acqua non c'è, magari ti chiamano da un'altra parte, e non ci fai caso, il tempo vola... non per distrazione, ma per emozione. chiamiamolo infarto... ci deresponsabilizza un attimino...
Nonostante l'addestramento, forse ci vorrebbe un supervisore, i vet ci sono, ma le tante scuole hanno così tante interpretazioni delle procedure che a qualcuna.. qualcosa può scappare...
Asia
