guarda.. non mi interessa contestare ciò che pensi... se credi questo ok
ma io visto tante volte (se non sempre) i soccorritori emozionarsi, da Vermicino in giù e non per questo non fare tutto il possibile e immaginabile
Secondo me è veramente difficile non farsi emozionare in certe situazioni, questo non vuol dire compromettere l'azione... il soldato fa un altro mestiere, opposto direi
Sul fatto che operativamente entri in campo un fattore emotivo nessuno può contestarti. Ma se un chirurgo si emozionasse davanti alle sofferenze di un bambino e facesse errori, compromettendo l'operazione, che chirurgo sarebbe? Stavamo appunto ragionando sulla relazione fra l'aspetto emotivo e la lucidità nell'opera di soccorso. Stefano, Renato ed io credo cercassimo di spiegare che, anche se lavori col cane, l'emozione non può farti dimenticare di proteggerlo, perché ti sei allenato così tanto tempo con lui che sai riconoscere ogni sua reazione: siete diventati una "unità". Fra l'altro nel lavoro su maceria il conduttore non è mai lontano dal cane, come invece succede nella ricerca su superficie (e lì sì che il cane si sfianca a correre!), quindi ce l'ha sempre sott'occhio per cogliere ogni suo segnale.
A questa tutela (e anche alla tua) contribuisce il fatto di non lavorare da solo ma in squadra, con un coordinamento e una supervisione efficace. Lo prova il fatto che le notizie delle morti di cani da soccorso per fortuna non sono vere. Fra l'altro le due unità cinofile di Verona sono rientrate ieri, il che significa che c'è già stato un ricambio e la macchina funziona. Spiace dirlo, ma forse siamo ormai così abituati alle emergenze da terremoto che l'allestimento dei soccorsi da parte della Protezione Civile ha ormai raggiunto altissimi livelli. Non era così tanti anni fa.
Citi poi la tragedia di Vermicino; quello fu un evento sconvolgente anche per l'impatto mediatico: fu, trentacinque anni fa, la prima diretta da un salvataggio. Era una situazione talmente assurda che entrarono in campo nel tentativo di salvataggio anche persone che non erano state preparate per lo scopo: come Angelo Licheri, che si offrì di entrare nel pozzo artesiano solo perché era un uomo minuto e ci passava.
La TV ci manda ancora le immagini più sconvolgenti, i commenti emozionati dei soccorritori nelle tragedie: le emozioni più forti si scatenano dopo il lavoro, io credo, e ormai i media cercano proprio di mandare le immagini e i commenti più "forti". Leggo articoli pazzeschi.
Mentre lavori invece devi essere lucido e fare tutto come durante la preparazione. Se pensassi che raggiungere l'operatività non corrispondesse a un'effettiva capacità di lavorare senza lasciarsi sopraffare dall'emozione, compromettendo il lavoro, rinuncerei subito.