Ora... che non ci sia la fila di ragazzini per seminare e raccogliere d'estate (!) le patate a schiena curva, non mi sembra poi così strano...
Concordo che tutti i lavori abbiano dignità, ma certi di questi secondo me li fai proprio se obbligato ed è difficile che un giovane si possa trovare in tale condizione, a quei punti preferirà sempre fare il cameriere in un pub
Volendo e trovando il posto da "cameriere in un Pub..." Ben venga!
per il resto dissento...
Andare a raccogliere la frutta d'estate, o piantare e raccogliere patate, o lavori di questo tipo, stagionali, che coincidono con la pausa scolastica, ai miei tempi era la consuetudine...
Personalmente io negli anni del liceo, a partire dalla seconda liceo, sono andato a lavorare d'estate nell'edilizia...
In quel periodo, parlo della fine degli anni 70, mio padre lavorava coma "assistente edile", che equivale al capocantiere, a Sestriere, si costruivano i palazzi...
In alta montagna, d'inverno non si lavora, perlomeno non all'esterno, la temperatura ghiaccia l'acqua, ed è impossibile costruire...
Quindi quando la stagione lo permette il lavoro è frenetico...
I cantieri erano pieni di "gente del sud" che veniva a lavorare 6 mesi all'anno qua, e con quel che guadagnava, passava il resto del tempo a fare altro (quel che trovava, se lo trovava)...
Io nella mia ingenuità, accettai, pensando dentro di me "tanto sono il figlio del capocantiere"... Come a dire, sicuramente il babbo mi paracula...
Ingenuità... e dire che conoscevo mio padre...
Il primo giorno di lavoro mi mise a fare il garzone del più umile dei manovali...
Un calabrese che a stento parlava l'italiano... il lavoro consisteva nel raccogliere le macerie lasciate dai muratori, trabocchisti, scaiolisti, etc...
scope di saggina o di ramaglie, pala e secchio, caricavi il buiolo, ed andavi a vuorarlo nel cassone di ferro pià vicino, che quando era pieno veniva agganciato alla gru e portato a vuotare...
dovevi andarci tu, quindi facevi un TOT di piani di scale e rampe senza ancora gli scalini... arrivavi dove si scaricavano le macerie, vuotavi il cassonetto e correvi al piano ad attenderlo per sganciarlo, e via di nuovo...
Si lavorava dallo 8 del mattino alle 19, con un ora di pausa pranzo... 10 ore al giorno, e anche se era estate, dentro dove non batteva il sole, faceva un freddo becco...
Alla sera del primo giorno ero distrutto... con le vesciche ai piedi e alle mani...
Il secondo giorno, dopo 2 ore le vesciche erano scoppiate, e sotto i guuanti sentivi l'appiccicaticcio del sangue...
alla sera del secondo giorno sono scoppiato in lacrime... ma non ho detto nulla...
parlando con il calabrese, mi disse... Non dire nulla al Caffaratto, che se ti cambia posto, anche se ti sembra bello, potresti pentirtene...
Invece alla sera affrontai il babbo, e gli dissi che non ce la facevo, ma par orgoglio non dissi che era la fatica a pesarmi, ma la compagnia, monotona, di quel manovale... cosa perlatro vera, visto che ci scambiavamo si e no 5 frasi in tutta la giornata... Mi chiamava Davudi, e non sapeva che di cognome facevo "Caffaratto"... nessuno all'inizio sapeva che ero "suo" figlio...
Mio Padre disse, ok, allora da domani ti metto garzone ai traboccanti, così con quel gruppo di pazzi qualche parola la scambi...
E i traboccanti, quelli per intenderci che intonacano i muri di mattone, erano cottimisti... ovvero artigiani indipendenti, che venivano pagati non a ore, a lavoro...
Tot metri quadri, tot soldi, che tu ci metta un giorno o una settimana...
Degli Alieni! Gente che faceva un lavoro pesantissimo, e chi lo conosce sa di cosa parlo... le braccia alzate a spruzzare l'intonaco e passare il frattazzo... 10 ore al giorno...
gente con fisici da culturista, che non avevano certo bisogno di andare in palestra...
Via un lavoro, l'altro... lavoravano bene, ma a ritmi non umani... prima finivano e prima potevano andare a fare un altro lavoro...
Far il garzone a questa gente, era una cosa che ancora adesso mi fa venire gli incubi... il mio lavoro consisteva nel andare avanti e indietro tra il contenitore sul balcone, che veniva costantemente riempito di calce, e il contenitore sull'impalcatura vicino a loro... che lo vuotavano a velocità inimmaginabile, e tu correvi avanti e indietro, un buiolo per mano... per 10 ore al giorno...
Non avevo neppure la forza di mangiare... mi addormentavo nell'attesa che portassero il piatto di pasta, e tra il primo e il secondo... poi mi trascinavo sul letto, alle 9.30 gia dormivo, spesso senza avere la forza di fare la doccia...
e il mattino dopo si ripartiva... 6 giorni la settimana, + 5 ore la domenica...
PERO'....
la paga era alta... davvero alta...
alla paga base, di un manovale dovevi aggiungere l'alta montagna = +25%, la diaria (trasferta) gli straordinari ed i festivi e i prefestivi.
In pratica, a 16 anni guadagnavo all'ora quasi il doppio di un operaio edile che lavorava in pianura, contando le invece di 40 ore a settimana, ne facevo 65, ovvero 25 di straordinario, di cui 10 prefestive e 5 festive... la paga era quasi il triplo di quella di un operaio edile di pianura...
Tanti soldi, veramente tantissimi soldi, per chi aveva vissuto con la paghetta settimanale...
e anche dopo averne lasciati "in casa" la metà, restavano tantissimi solti...
A quei tempi la venzina costava 600 lire al litro... 30 centesimi di euro...
un operaio guadagnava circa 350.000 lire "in busta" (fine anni 70)
io presi il primo stipendio mensile, in contanti, al netto delle tasse, ricordo ancora oggi la cifra 1.024.578 lire...
Ho lavorato altri 18 giorni... spaccandomi la schiena...
Ma ho imparato cosa voleva dire LAVORARE... e decisi di continuare gli studi...
son tornato a farlo altri 2 anni, alla fine della terza, e in quarta superiore...
il secondo anno il cantiere era andato avanti, e i lavori erano un po' meno pesanti...
ed io ero alle betoniere, a fare cemento e calcestruzzo, e caricare le benne delle gru...
l'ultimo anno mi sono fatto male la seconda settimana, son caduto e ho battuto le ginocchia su uno scalino e non riusivo quasi a camminare, un ginocchio era grosso come un cocomero, l'altro come un melone... allora mi misero a fare il "gruista", così non dovevo andare su e giù per le scale
Lavoro fisicamente meno pesante (molto meno pesante) ma impegnativo e stressante, perché rischiavo di fare male (molto male) a qualcuno e di fare danni (molti danni)...
in effetti tirai giu un pesso di cornicione dei un palazzo vicino... e complice un guasto ai freni della gru, depositai un compressore da 4 tonnellate sul tetto dell'Opel Ascona dell'impresario...
che diventa una cabriolet...
Poi i lavori si conclusero, e nell'estate dell'81 andai a cercare lavoro in altri posti...
Ricordo che col primo stipendio, mi comperai uno stereo... e i primi dischi furono i primi 2 dischi dei Police...
Quello stereo, in parte ce l'ho ancora... so quanto mi è costato... e per me ha un valore immenso...
Come me, molti amici, quasi tutti, facevano lavori durante l'estate...
Chi a raccogliere frutta, chi a fare il caddy sui campi da Golf, chi il lavapiatti, il cameriere... chi sulle spiagge liguri a passare i rastrelli e raccogliere le cicche e i mozziconi...
E tutti, quando ne parliamo raccontano "ai miei tempi..." con gli occhi lucidi... anche se oggi fanno gli avvocati, i sistemisti, gli imprenditori o gli operai...
E i soldi guadagnati in quel modo, ci pensavi non una, ma 1000 volte prima di spenderli, perché avevi imparato il VALORE dei soldi, e la FATICA che comportava guadagnarseli...
e imparavi anche a rispettare chi lavorava veramente...
Erano altri tempi, è vero... ma c'erano anche altre teste...
nel 1997, 30 anni dopo, ci sono stati i mondiali di sci a Sestriere...
Nel 2006 le olimpiadi invernali... Sestriere era di nuovo "tutto un cantiere"...
ma posso assicurare, per averlo constatato di persona, che di ragazzi Italiani, che andavano a fare la stagione, neppure l'ombra...