'Cacciato' da scuola il cane di una ragazza cieca Latina, l'animale deve stare in cortile. Parte un'azione legale L'Enpa attacca: "La dirigente scolastica dovrebbe sapere che il nostro Paese tutela le persone prive di vista, e per questo riconosce loro il diritto di farsi accompagnare dovunque dal loro cane-guida"
Roma, 26 novembre 2011 - La classe è troppo piccola: il cane di Anna - il nome è di fantasia - deve stare fuori nel cortile della scuola. Non sarebbe una richiesta stravagante, se non fosse che la ragazza, 17 anni, è cieca e che quelli del suo cane sono i suoi occhi.
Succede all'istituto Majorana di Latina, e a sottolineare la decisione della dirigente scolastica è l'Ente protezione animali, che sottolinea: "La decisione non è soltanto contraria alla legge, ma anche profondamente discriminatoria”. L’Enpa ha scritto alla dirigente scolastica e ha anche presentato un esposto al ministero dell`Istruzione chiedendo di conoscere quali provvedimenti saranno assunti nei confronti della preside.
Da parte sua, Anna ha intrapreso una azione legale per vedere pienamente riconosciuti i propri diritti. “Ancora una volta - spiegano gli animalisti in una nota -stupisce quanto siano poco conosciute le leggi italiane e quanto questa ignoranza, oltre a complicare la vita quotidiana delle categorie più disagiate, possa lederne la dignità. La dirigente scolastica dovrebbe infatti sapere che il nostro Paese tutela le persone prive di vista, e per questo riconosce loro il diritto di farsi accompagnare dovunque dal loro cane-guida. E dovrebbe anche sapere che la normativa stabilisce delle sanzioni per chi non dovesse rispettare questo obbligo".
Inoltre, la preside dell`Istituto “dovrebbe svolgere una funzione educativa: questo significa che essa dovrebbe preoccuparsi della serenità della sua studentessa, già provata da una difficile condizione di vita, ed evitare, lei per prima, quei comportamenti discriminatori - conclude l’Enpa - di cui si è invece resa responsabile".