Per Don Teo questa era l'occasione per osservare da vicino il piu' pericoloso dei suoi avversari, secondo solo a Marcantonio, quell'omone che ora avanzava verso un vecchio tavolo malandato faceva impressione, era molto piu' alto della media e da giovane forse doveva esser stato aitante, ma adesso si avvicinava alla sessantina, gli stravizi gli avevano portato una notevolissima pinguedine il viso un tempo bello adesso era rovinato da un triplo mento, i capelli ormai un ricordo,la cintura fuoriordinanza della divisa faceva fatica a contenerlo.
Teo penso' meglio cosi' in combattimento sara' sempre un avversario lento, ma da non voltargli mai le spalle perche' quegli occhi sembravano quelli di un serpente subdoli e incantatori.
Gaercia scosto con un calcio la sedia, poi vi fece ricadere le sue membra di scatto, un sinistro scricchiolio proveni' dal legno.
Appena si fu sistemato inizio' a sbraitare, dicendo di aver fame e che voleva essere subito servito.
Lea stava per accorrere prontamente, quando la megera con uno scatto felino la precedette e con un vassoio ricolmo di stufato si diresse verso il sergente.
Si chino' verso di Lui gli disse qualcosa che Teo essendo troppo distante non udi', poi gli offri' del vino, Garcia lo porto' alla bocca, stava quasi per ingurgitarlo, ma si trattenne, lo annuso' poi sguaino' la spada e fece prigioniera la megera.
"vecchia strega" urlo'"" hai cercato di avvelenarmi con il cianuro, ma l'odore di mandorle ti ha tradita ed adesso ti portero' al cospetto del governatore".
Poi sollevandola quasi di peso e torcendole un braccio la trascino' via.
Gli astanti si voltarono verso Don Teo, ma questi fece un gesto annoiato, uno sbuffo, pago' il conto e seguito da Desmo ando' via.