Mi sento assolutamente e totalmente allineato al tuo pensiero. Ad oggi io mi sento ancora inadeguato, la guardo negli occhi e penso di dover fare di più... non so perchè... non dice niente, non chiede niente... ma è come se sentissi che devo fare di più. Non parlano, non si lamentano... è una sensazione extra sensoriale mai provata prima
Vedi, io ho 54 anni. Sono nato coi cani , li ho sempre avuti accanto. Ma solo con Kira , più di 10 anni orsono, ho intrapreso un cammino più intimo. Creando un rapporto simbiotico e, per certi versi, viscerale. Ho studiato tanto, ma tanto. Per capire una specie che da sempre mi accompagna ma che mi limitavo a definire entro confini dettati da usanze. Da abitudini. Relegavo il cane a mero compagno di vita ma il tempo che gli dedicavo era esclusivamente quello che decidevo in base ai miei desideri. Cambiai con Scott , iniziai a cambiare. Ma non ero pronto. Non era il mio cane bensì di mia moglie . Non ebbi modo di creare empatia. Quella che invece magicamente apparve quando stava per lasciarci. E li capii che quella deficienza nel ns rapporto era imputabile solo a me. Kira invece l’ho vissuta sin dall’inizio a pieni polmoni. Nonostante come già scritto ho studiato molto, scelsi di sbagliare. Umanizzandola, perdendo quel po di cinismo che serve per stabilire dei limiti oggettivamente adeguati. Ma l’ho scelto. Nei 6 anni che siamo stati unita cinofila di salvataggio nautico, i primi sei anni della sua vita, il ns rapporto si è strutturato in una maniera quasi rasente alla fobia. Lei mi ha vissuto in pieno per i primi due anni e mezzo, poi mi ha diviso con Charlie. Mi spendo in maniera fisicamente quasi intollerabile, negandomi quasi in toto i miei ( pochi) altri hobby. Chi mi conosce sa quanto mi stia spremendo, quanto stia tirando al limite . Soprattutto negli ultimi anni che è sofferente. In maniera oltremodo devastante quest’ultimo anno, dove ho anche mia moglie convalescente .
Eppure.
Eppure nonostante le fatiche devastanti, le migliaia di ore di sonno perse, la quantità ormai indefinibile di soldi spesi, le decine di libri letti, la mole immensa di ore passate a fare addestramento o corsi…
Eppure mi sento in difetto.
Perché c’è sempre qualcosa di più da poter fare.
Qualche terapia da provare .
Qualche ora che raschiando il badile si potrebbe ancora trovare.
Però.
Però ti dico, e mi permetto perché sei nuovo di questo mondo dorato, cerca di stabilire dei limiti.
Non di amore, di cuore o di devozione.
Assolutamente.
Ma bensì di coinvolgimento . Di impatto squisitamente psicologico .
Mi spiego : non fare l’errore di dimenticare , o non imparare , la giusta dottrina che spiega come i rapporti tra le ns due specie vanno interpretati. Tutto si impara , coi corsi da soli leggendo. I segnali calmanti, le patologie, la nutrizione, ecc
E va bene. Impara a capire il cane, a farti comprendere.
Ma non fare l’errore che volutamente ho fatto io quando strapreso dalla zooantropologia ho voluto provare quanto potessi alzare l’asticella.
Perché il rischio è alto, credimi.
E ridisegnare certi confini può portarti a non riuscire poi, alla bisogna, a rientrare nel perimetro corretto.
Quindi dolore, preoccupazione ed ansia assumono forme innaturali e dimensioni ciclopiche .
Che fondamentalmente non portano nulla di buono nemmeno al cane perché il rischio di perdere raziocinio ed oggettività è elevatissimo.