Secondo me, il più grande errore è stato utilizzare parole non propriamente idonee, soprattutto quando queste devono essere indirizzate al grande pubblico.
Sono convinto che l'uso corretto delle parole per noi essere umani è fondamentale.
Già le parole "dominanza" e "sottomissione" richiamano concetti umani non positivi, basati sull'imposizione fisica e per i più "maliziosi" psicologica.
Se si fossero utilizzate in campo cinofilo, per rivolgersi a utenti normali che hanno un cane, parole come "guida" o "punto di riferimento" cambia tutto.
Sembra apparentemente sciocco, ma non credo sia una considerazione banale.
Da ciò che ho potuto leggere e dai diversi pareri che ho avuto da educatori ho compreso che il rapporto di socializzazione (o chiamiamolo, se vogliamo, dominanza-sottomissione) tra cani e loro simili è molto più complesso rispetto al concetto umano di dominanza e sottomissione. Complessità che si articola ancora di più quando si parla, invece, del rapporto interspecie tra cani e esseri umani.
Anche io ne ho sentite parecchie da addestratori ed educatori su questo tema. Allora, ho provato a documentarmi e a leggere diverse riviste scientifiche.
Anche lì ho trovato scuole di pensiero differenti, alcune superate come quelle per cui il cane deve essere sempre sottomesso e, come dice Iaia, se sopravanza vuol dire che è dominante, se passa prima dalla porte vuole dominare, se ti salta addosso è dominante, se ti saluta è dominante...
Insomma, riducono ogni comportamento, in modo semplicistico, al concetto di dominanza e lo utilizzano in modo non appropriato.
Ecco che, l'utente medio che possiede un cane, il quale percepisce un paio di questi concetti, si pone in un atteggiamento aggressivo nei confronti del proprio cane.
Questa teoria è stata superata e molto sinteticamente, ad oggi c'è una divergenza tra due dottrine: il metodo gentilista e quello tradizionale.
Utilizzano metodi diversi, ma nessuno dei due pensa che sia corretto imporsi sul proprio cane o schienarlo.
Da quello che ho potuto leggere sembrano non coincidere molto queste due scuole di pensiero, in realtà io ho comunque trovato un punto di collegamento e un filo conduttore in entrambe.
Se mai un giorno decidessero di parlarsi e di utilizzare una buona via di mezzo tra le due dottrine capace di raggiungere il grande pubblico e cioè un metodo rivolto alle esigenze e alle possibili conoscenze e soprattutto non conoscenze del comune proprietario del cane, magari molti proprietari avrebbero delle idee più chiare sul mondo canino e ci sarebbero sempre meno addestratori per i quali "il problema è semplice: è dominante" che a lungo termine creano più danni che altro sui cani e...padroni compresi.