Cuccioli sotto l'albero, allarme della Forestale: «Traffici illeciti, un pericolo per chi compra» Truffe in agguato: il desiderio di risparmiare acquistando un animale importato sottobanco può essere molto pericoloso Si va incontro a conseguenze penali e al rischio di ritrovarsi con un animale malato
Cuccioli sotto l'albero, allarme della Forestale: «Traffici illeciti, un pericolo per chi compra»
Truffe in agguato: il desiderio di risparmiare acquistando un animale importato sottobanco può essere molto pericoloso
I controlli del Nirda dopo un sequestro di cani importati illegalmente ROMA - Un pet sotto l'albero? Se a Natale impazza la voglia di regalare un cucciolo, prima di cedere all'impulso è bene ponderare la scelta. Già, perché «quando si prende un animale – ricorda Cristina Avanzo, vicequestore aggiunto del Corpo Forestale dello Stato, responsabile del Nirda (Nucleo investigativo reati in danno agli animali) – è per la vita». Questione di consapevolezza, ma non solo: l'acquisto responsabile è anche un freno al traffico illecito e ai maltrattamenti.
La regola, per evitare truffe e non essere implicati in scambi poco trasparenti, è quella di verificare sempre la riconoscibilità del venditore: «No agli acquisti online da persone estranee – raccomanda la Avanzo – delle quali si conosce solo il numero di telefono. E guai agli scambi in autostrada, senza poter risalire all'allevamento e ai genitori dell'animale». E' indispensabile, inoltre, richiedere subito la documentazione sanitaria che certifichi la corretta profilassi. Le cautele, però, non sono mai troppe: «Consiglio di tenere il cucciolo sotto controllo nei primi dieci giorni – suggerisce la responsabile del Nirda – e, se dovesse manifestare sintomi di malessere, di consultare il veterinario di fiducia. Spesso, gli esemplari di provenienza illegale sono imbottiti di antibiotici, ma non curati in modo adeguato».
Il Paese leader del commercio fuorilegge è l'Ungheria, dove molti agricoltori si sono riconvertiti lucrando sullo spaccio di animali, con la complicità di veterinari corrotti. Una rete criminale, dagli allevatori ai basisti locali che gestiscono il traffico. Lo snodo strategico in Italia è il Friuli Venezia Giulia, dal quale il flusso si dirama lungo l'asse Lombardia-Piemonte, l'Adriatico, il Tirreno per raggiungere il Sud e le Isole. Un movimento, tra legale e illegale, di circa 400mila esemplari l'anno. Le razze più gettonate sono chihuahua, carlino, pincher. In ascesa gli esemplari di taglie più grandi, come labrador e San Bernardo, che possono rivelarsi poco sicuri: «Se strappati alla madre prima dei due mesi – spiega la Avanzo – non sono ancora stati educati a mordere senza ferire. Lo fanno per gioco, tra fratelli, ma la mancanza d'imprinting materno può essere rischiosa». Tra gli esportatori di «batuffoli» sotto banco avanzano la Polonia e le ex repubbliche sovietiche, come la Slovenia. Il business, infatti, è fiorente: un cucciolo con documenti e microchip si vende a 50 euro, per schizzare a 400 su Internet e a 1.000 nei negozi (1.200 per quelli nazionalizzati). Circa il 40%, vuoi per lo svezzamento precoce vuoi per il viaggio estenuante, non sopravvive al trasporto.
I maltrattamenti, malgrado le sanzioni, non si fermano: «La legge numero 201 del 2010 – sottolinea il vice questore – punisce anche l'acquirente, se riceve un animale trafficato illegalmente». Le pene sono severe: reclusione da tre mesi a un anno e multa da 3mila a 15mila euro, con aggravante se il cucciolo è di età inferiore a 12 settimane. Vero che i sequestri sono in aumento, al ritmo di mille l'anno in tutta Italia, ma gli escamotage si fanno sempre più raffinati: «Se a svolgere i controlli su strada è la Guardia di Finanza – osserva la Avanzo – potrebbe non avere competenze specifiche». Altro tema spinoso è quello della cura e dell'affido dei cuccioli requisiti: «Prima di essere inseriti in un circuito familiare – ricorda la dirigente del Nirda – devono seguire la profilassi. A disporre l'affidamento è il magistrato, mentre noi verifichiamo che vi siano tutti i requisiti di legge, ovvero nessun precedente per maltrattamento». Una soluzione alternativa sono i canili: «Ospitano animali di tutte le età. Adottarne uno a Natale – esorta il vice questore – sarebbe un bel gesto, oltre a ridurre i costi per la collettività».