Grazie per la vicinanza. Quando passai la selezione x entrare Lagunari, ( che vi garantisco fu parecchio dura...) ottenni l'idoneita' fisica e psichica. E nella relazione finale tra le varie cose mi si descriveva in sintesi come " soggetto adatto ad operare in condizioni di elevato stress. Estremamente lucido , dotato di grande motivazione ed emotivamente solido". Bah...invece a livello di prove fisiche navigavo nella media, eccellendo in operativita' acquatica ma onestamente cavandomela al pelo in altri contesti. Ma a detta loro , e sottolineo a detta loro, fu il fatto che ero poco impressionabile la caratteristica per la quale fui accettato come volonatrio in scenari di guerra. Il mio capitano, professionista che visse diversi contesti di guerra ( da Mogadiscio a Libano ecc) mi diceva che ero una strana creatura. Che ero freddo ed alieno dinanzi a certe situazioni ma al contempo empatico ed estremamente ....buono. Scherzandoci su diceva di me all'altro sergente, mio pari grado : " Guarda Renato, lui sarebbe capace di cullare un neonato stando comodamente seduto sul corpo di uno che ha appena steso". Erano guasconate da giovani militari. Ma c'e' un fondo di verita': io non riesco a non commuovermi dinanzi ad un animale che soffre cosi' come osservando una azione misericordiosa e caritatevole. Ma ho un rapporto strano con la morte. La rifuggo, non ci penso e se lo faccio ne soffro se la contestualizzo per i miei cani. La morte degli uomini , invece, ha per me un significato differente.
Un uomo muore per anzianita', malattia, sopruso, violenza o anche solo per fato. Muore una creatura che e' senziente, che ha fatto scelte o che le ha subite. Che ha amato, odiato, fatto del bene del male. Che ha creduto in un Dio, in molti dei o solo in se stesso. Che ha avuto o meno figli. Quando l'uomo muore , muore nel corpo. Ma resta vivido nel cuore di chi lo ha amato. Restano le opere pie che ha compiuto.
Restano le cose materiali che ha creato. Resta, molto spesso, la progenie. Oppure di egli resta solo un ricordo rancoroso,se non intriso di odio. Si divelgono le cose che ha creato.Si cancella il suo nome. Sei uomo muore per patimento di scelte altrui, io provo compassione. Mi rattristo. Se per fato similmente provo dolore. Se muore chi ha seminato odio, fatto abomini....resto completamente indifferente. Ma in qualsiasi caso un uomo , chi piu' e chi meno, vive di scelte. Non di istinti. E come tale ogni uomo, chi piu' o chi meno, e' afflitto dai vizi. In taluni le virtu' sono tali che i vizi appaioni come nei. Per talaltri il vizio e' ragione stessa di vita.
Un anImale che accudisci e' scevro da tutte queste cose. Ello vive di istinti e di amore, cresce nel tuo accudimento. Vede in te il Dio che tu onori a messa. OPPURE nel quale non credi. La responsabilita' verso un animale e' immensa perche' SIMILMENTE A NOI sono creature che muoiono per anzianita', malattia, sopruso, violenza o anche solo per fato. Ma diversamente da noi le scelte le subiscono e basta. Non odiano, amano e basta.
Quando la donna croata mi mori' tra le braccia, io cercai solo di trasmetterle un ultimo messaggio di amore. Perche' nel mio mondo intimo e personale lei moriva per sopruso e per scelte altrui. Quindi le ultime parole che doveva sentire, dovevan essere di amore. E l'ultima espressione un sorriso. E l'ultimo tocco, un bacio ed una carezza.
Quei mesi ho camminato indifferente tra mercenari di Belgrado feriti a morte, macchiati da onte barbare e atti violentissimi. Senza provare compassione alcuna. Mi sono accovacciato sulle ginocchia a fissare negli occhi un miliziano che stava morendo, lapidato dai civili . Aveva commesso con la su abanda stupri, omicidi, sevizie e una infinita' di cose bestiali. Orrbili. Mutilazioni in piazza per atterrire la gente, per dirne una. Bambini compresi. Quando lo prese la folla, e forti del loro numero riuscirono a soverchiare lui ed i suoi banditi...la furia del popolo offeso fu una cosa impressionante. Disperdemmo la calca che ormai eran stati fatti quasi a pezzi, e questo loro capo...in fin di vita e massacrato....era poggiato con la schiena sulla ruota di un camion UAZ. Era una maschera che non sto a dirvi. Io mi accovacciai, appunto, e lo fissai negli occhi. Quello sguardo che, mi raccontavano, tutti temevano. Lo sguardo della berlva assassina. Ecco, io non lo vidi. Vidi gli occhi di un moroibondo , atterriti...increduli. Si orionava addosso. E lo fissai impassibile, sino a che trapasso'. Quel suo sguardo , era come letame.Ci sono uomini, belve, che hanno affrontato la morte con la stessa furia con la quale sono vissuti. Con sprezzo. Ma credetemi, sono pochissimi. Per la maggiore se ne vanno pieni di paura, tremando, increduli...piangendo come bimbi. Molti e molti di piu' ,invece , sono i buoni di spirito che muiono da Eroi. Che si emulano. Che mostrano si sprezzo ma verso chi pone sul loro capo il sopruso, chi li condanna, chi li uccide. Quelli sono gli sguardi fieri dell'uomo che muore nel nome di Dio o del suo ideale. E quegli sguardi invece sono gemme preziose. Rubini.