Va be’, ma se ho una cosa io, e me la sono presa e me la sto rosicchiando con gioia, perché mi devi venire a rompere le scatole oppure a rubarmela?
Anch’io mi arrabbierei di brutto se uno mi portasse via la tazzina del caffè oppure il cellulare!
Ohi, scherzo, ma vedete che alla fine il problema non è la possessività, ma la comprensione del linguaggio fra individui canini.
Faccio un esempio. La Maebh ha sette anni. Non la ritengo una cana possessiva. Mi porta la roba in bocca (anche cinque calzini spaiati tutti assieme, trovati in camera di mio figlio). Le dico “grazie, lascia”, e poi “brava, adesso mettiamo in lavatrice “.
Non le ho mai strappato nulla di bocca.
Al campo cinofilo noi facciamo la socializzazione fra cani, e ce ne sono anche più di venti, in un’area molto grande. Nessuno dei proprietari ovviamente deve tirare fuori giocattoli oppure oggetti che possano scatenare conflittualità. Però c’è un’area di topognosi piena di rami lunghi. Alla Maebh piace prendersene uno e rosicchiarselo. Quando i cani sono pochi, e io li conosco, la lascio fare. Uno si avvicina, e lei si alza col ramo in bocca, gira la testa e si allontana. Se quello insiste, gli manda un ringhio. Fine. Il legno è mio, prenditene un altro, se vuoi. So con chi ho a che fare, so che lei è capace di sgridare molto pesantemente chi non si comporta come si deve.
Quando i cani sono molti, e non li conosco, devo proteggere la Maebh: le chiedo di lasciare il ramo e lo rimetto a posto. Perché non tutti sono in grado di comunicare correttamente. Ci sono cani che possono reagire in modo esageratamente violento. E purtroppo è successo proprio alla Maebh, il giorno di Capodanno, di essere addentata al collo da una giovane femmina di pastore tedesco che era ospite a casa nostra. Colpa mia. In giardino era rimasta una treccia di tessuto che ha scatenato il conflitto, non me n’ero accorta. Maebh ha ringhiato “è mia” e quella è partita. Ho dovuto sollevarla per le zampe posteriori e scrollarla, perché si staccasse. Buco nel collo, antibiotico, successivo otoematoma, aspirazione, anticoagulante, altra aspirazione. E la Maebh sempre uguale, lei sa come comportarsi, nel mio lavoro di educatore cinofilo la uso spessissimo al campo per frenare l’esuberanza dei cuccioli.
Quindi, il problema non è tanto se il tuo cane è “possessivo”, quanto se gli altri cani sanno leggere il suo sistema di comunicazione e se questo sistema è corretto.
Il problema è anche dei proprietari che mollano il loro amico in area cani e poi si dedicano ad altro, senza tenerlo sotto controllo. Del tipo, se un cane si sta sgranocchiando una pigna per scaricare un po’ la tensione, e vedo il mio che soltanto si avvicina, me lo richiamo e me lo porto un poco più lontano (ah, ma quanti proprietari si esercitano nel richiamo in area cani?).
Un cane adolescente, col testosterone in giro, ovviamente assume anche dei comportamenti di sfida e competizione che vanno attentamente considerati e non subiti dai suoi familiari.
Quindi, prevenire è meglio, togliere la pigna è meglio, e andare a farsi un giro altrove anche meglio.
Perché la competitività per qualche individuo nasce sul possesso delle cose, per altri sul possesso del metro quadrato di terreno sul quale il proprietario se ne sta fermo a smanettare sul cellulare (e quindi meglio spostarsi continuamente)…
Insomma, le aree cani sono sempre un rischio.
Giocare a tira e molla con il proprio cane è un bel sistema di incanalare un comportamento competitivo, ma bisogna saperlo fare bene, lasciarlo vincere ma anche farlo perdere, e poi offrirgli del cibo facendogli vedere che si mette via la treccia ed il gioco è finito…