Sembra ieri che in casa arrivasti in un mattino novembrino,
eri piccolo, dolce, forse anche spaventato un pochettino,
ti venne ad annusare il grande guerriero,
fu il tuo maestro, anche se con qualche rimbrotto severo,
sei cresciuto grande forte, ma sempre dolce e ubbidiente,
pazientemente hai sopportato e sopporti anche il nuovo fetente,
ti osservo spesso, a volte fatichi, non corri piu' come allora,
il tempo e' infingardo e la cosa nel vedere mi addolora,
ma oggi e' giorno di festa per te, compi undici anni cara la mia peste bianca,
ma scrivo mentre stai dormendo sereno, e di sfiorarti la testa la man non si stanca.
Auguri mio amato capoccione.