Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
Mi par banalotta e non particolarmente ben scritta, ma sulle poesie ognuno ha le sue opinioni e le sue preferenze.
Sulla tutela della Natura scoprii nel 2009 le liriche di Marcia Theophilo, alcune delle quali assolutamente coinvolgenti.
Provo a dire.
Lamantino fa rima con pino, ohibò.
(Il canto!), con il punto esclamativo che mi sembra esagerato.
L'amore finisce dove finisce l'erba e l'acqua muore, vabbè, interessante, un po' frase d'effetto.
Nel vasto paese guasto mi sembra 'na roba da rapper.
Comunque li ha chiamati lui stesso "versicoli". Umile, dai.
Ad ogni modo l'analisi del testo è roba tecnica, non c'è bisogno che la poesia sia bella o che piaccia, ma che presenti costruzioni ed elementi tipici da analizzare.