La gente che cammina per strada come formiche impazzite,
le vetrine illuminate, i suoni e i colori,
la prima neve che scende, mi fanno capire,
che la ricorrenza chiamata Natale s'avvicina,
il mio pensiero corre ad un Natale di tanti
anni fa, ero cucciolo allora, mi avevano
portato via da mamma e fratellini e mi
avevano messo con un fiocco rosso al collo,
sotto un abete addobbato festosamente.
Ricordo ancora il calore di quella casa,
i piccoli umani che mi prendevano in braccio,
le carezze i sorrisi, le palline tirate, ed io
che mi divertivo a prenderle e portarle a loro.
Furono mesi felici, giocavamo sempre e avevo sempre
tanta roba buona da mangiare, poi i giochi si diradarono,
iniziarono i rimproveri, il lasciarmi a lungo solo,
anche i piccoli umani si disinteressarono a me,
finche' un giorno mi caricarono in macchina,
mi portarono in un posto isolato e mi lasciarono la.
Invano attesi che tornassero, invano pensai che fosse
solo un nuovo gioco non li rividi piu'.
Da allora inizio' il mio girovagare, la fame la sete,
le pietre lanciate da gente senza cuore, talvolta
qualcuno si muoveva a compassione e mi regalava un po' di cibo,
ho incontrato anche tanti amici nelle mie stesse condizioni, tanti ne ho
visti morire sotto le ruote di una macchina, o uccisi dalla perfidia umana.
Ed ora e' di nuovo Natale, la pancia brontola desolatamente vuota, so
che dovro' alzarmi da questo giaciglio e mettermi alla ricerca
di cibo, la gente che passa mi guarda, si scansa mi indica e va, una campana
sta scandendo i rintocchi, si e' quasi Natale, un altro Natale.