Nuvole basse grige si rincorrevano forevie di pioggia,
un uomo affrettava il passo in quel bosco solitario,
le chiome degli alberi fremevano al vento cupo,
mille rumori rendevano l'animo inquieto e l'incedere esitante,
un tappeto di foglie gia' rese gialle dall'autunno,
scricchiolava sotto i suoi piedi, aumentandone l'ansia,
niente la strada era smarrita, un terror panico iniziava
a turbargli l'animo e il freddo pungente gli entrava nelle ossa,
si malediceva tra se per aver intrapreso quella camminata
in un luogo sconosciuto e per non aver preso dei punti di
riferimento, ora era tardi era lui solo e quel bosco, che
sempre piu' gli appariva maligno.
Un rumore di rami spezzati lo fece trasalire e da una macchia,
spunto' un grosso cane nero, si fermo' paralizzato dalla paura,
l'animale lo guardava interrogativamente, ma non sembrava
minaccioso, prese un pezzo di pane dalla sua tasca e
lo getto al cane poi si sedette sconsolato ai piedi di un albero.
Il cane mangio' il pane, poi gli si avvicino' pian piano,
poggio il suo muso sopra le gambe dell'uomo, ne avverti'
lo scoramento ed inizio' col muso a sollevargli un braccio.
Stranamente l'uomo capi', che il cane volesse farlo alzare,
come fu in piedi il cane inizio' atrotterellargli davanti, ogni
tanto si fermava per accertarsi che l'uomo lo seguisse.
Camminarono per due ore buone, aggirando rovi, arbusti,
per sentierini resi fangosi dalle piogge recenti, fintanto che
arrivarono al limitar del bosco, li si apriva una verde radura,
piu' sotto si potevano vedere le luci del paese, a quel punto i
due si fissarono per un lungo attimo, poi scodinzolando
il cane rientro' nella macchia.