E rieccomi a parlar della nostra guerra,
guardarti alzar il tuo muso da per terra,
a come mi guardi con far interrogativo,
quel tuo sguardo cosi' vispo e vivo,
a come sai ormai quand'e' l'ora della medicina,
di come arrivi, ti siedi e zitto fissi la vetrina,
a quel tuo correre, abbaiare e ad Artu' ringhiare,
non hai perso lo smalto e con i prepotenti litigare,
come io adori prenderti in braccio e tenerti li a dormire,
cosi' con te i pensier cattivi sembran fuggire,
forza dai mio piccolo e indomito guerriero,
passeremo anche questa sconfiggerem il mondo intero.