Vi riporto un articolo di Valeria Rossi, un articolo triste, che serve a non farci abbassare mai la guardia su questo schifo di problema.....
Ricordiamo sempre che la Parvovirosi per i cuccioli è mortale, ecco perchè non bisogna mai abbassare la guardia.....
Metto l'articolo in chiaro perchè so che c'è chi non ha Fb, rubero un pò di spazio ma credo che valga la pena leggerlo.....
Da
www.tipresentoilcane.com Una storia che non avremmo mai voluto leggeredi VALERIA ROSSI –
Vi ricordate di Fabiana, neo allevatrice di rottweiler? Ci ha raccontato le storie di entrambe le cucciolate che ha prodotto finora:
la prima con molto coraggio, perché aveva commesso qualche errore che altri si sarebbero vergognati di rendere pubblico e si sarebbero preoccupati solo di nascondere, mentre lei ha deciso di farne partecipi i nostri lettori perché potessero ricavarne informazioni preziose e imparare qualcosa di utile;
la seconda con grande orgoglio, perché stavolta era riuscita a tirar su nel migliore dei modi una cucciolata molto numerosa e come tale assai più impegnativa.
Bene, anzi male: ieri ho ricevuto da Fabiana l’email che vi riporto qui sotto, e che proprio non avrei
mai voluto leggere:

Gunda, la cucciola che non c’è più, con la sorellona Medusa
In questo mio piccolo allevamento di rottweiler sto mettendo il cuore. Faccio degli errori, certo: sono solo all’inizio. Magari metto in riproduzione cani sanissimi ed equilibratissimi senza però avere nemmeno lo ZTP, cosa che farebbe inorridire gli allevatori già affermati.
Magari tengo in allevamento il cucciolo maschio più storpio e malaticcio, che non posso né usare in riproduzione, né sperare di portare sul podio di qualche ring d’onore, solo perché mi ci sono affezionata.
Una cosa però è certa: io amo i miei cani.
Tutti. Ogni singolo cucciolo che nasce da me. Li amo come se fossero tutti miei, anche se poi devono andare via di casa.
Li studio, imparo a conoscerli uno per uno, perché ognuno ha il suo carattere, i suoi modi di fare.
Per questo quando alcuni perdono il collarino di riconoscimento, pur essendo identici agli occhi di tutti, io so rimetterlo a tutti loro senza sbagliare.
Per questo compro giocattoli diversi perché so che magari a quei tre piace il giochino di gomma, ad altri quattro la corda, e via dicendo.
E per questo, quando mi telefonano i nuovi padroni per dirmi che la cucciola che hanno amato per settimane è morta di parvovirosi, mi monta su la rabbia più cieca.
Gunda, così si chiamava, era rimasta con me fino ai 75 giorni per poter fare entrambe le vaccinazioni, perché il padrone aveva sentito dire che nella sua zona stava girando quella malattia e aveva voluto che fosse totalmente protetta.
L’avevo portata dal veterinario con gli altri che ancora non avevano trovato casa, avevo spiegato la situazione.
“E’ sicuro questo vaccino? La cucciola deve andare in una zona a rischio parvovirosi, sarà protetta al 100%?”
“Ma certo. Questo è il miglior vaccino in circolazione.”
Risultato, a 90 giorni la cucciola è un po’ mogia. Il padrone corre in clinica veterinaria a Torino sperando di sbagliarsi, ma la diagnosi è quella: parvovirosi.
La mettono immediatamente sotto flebo e la ricoverano, ma dopo pochi giorni telefonano al padrone, la cucciola non ce l’ha fatta. Appena mi mettono al corrente della notizia, chiamo la dottoressa che li ha vaccinati.
“Come mai una cucciola che ho vaccinato due volte da voi, e che doveva essere protetta al 100%, è morta di parvovirosi?”
“Ma è stata accertata? O l’hanno detto così, a occhio?”
“E’ stata portata in una delle migliori cliniche veterinarie di Torino. Le hanno fatto il test, ovviamente, e l’hanno ricoverata subito.”
“Ah. Beh, l’unica è che la cucciola abbia reagito male al vaccino e che sia morta perché immunodepressa.”
Ma siamo sicuri che sia davvero l’unica spiegazione?
I vaccini hanno delle scadenze. Delle precauzioni per la conservazione. Come posso sapere se tra i vari vaccini effettuati non ce ne fosse uno mal conservato che ha perso efficacia?
Come posso sapere, allora, che non fossero tutti così, quando ho vaccinato la cucciolata, e che magari gli altri non siano morti solo perché, per pura fortuna, non sono mai venuti in contatto col virus?
Come posso sapere se un altro cucciolo che darò a questo signore, che ovviamente è arrabbiato e triste quanto me e potrebbe stare meglio solo con un nuovo cane, non morirà nello stesso orribile modo?

Non vengono le parole, dopo aver letto questa storia. Si resta allibiti, ma soprattutto pieni di dolore e di rabbia.
Però una cosa bisogna dirla: e cioè che quella della partita di vaccini avariati non è l’unica spiegazione possibile (anche se purtroppo è possibile: a me successe, moltissimi anni fa, con i vaccini contro il cimurro. Una partita risultò mal conservata e quindi inefficace, i produttori lo ammisero e porsero tante scuse… e intanto io ci rimisi due cuccioli e mi ritrovai con un adulto con la carriera stroncata perché guarito, sì, ma con i denti rovinati).
Bisogna dire che è dallo scorso dicembre che pare esserci in giro un virus mutato, che ha già fatto strage di randagi prima nel Lazio e più tardi anche in Campania. Ne hanno parlato diversi giornali, dopo che sono stati colpiti 60 cani al canile della Muratella, a Roma. Ma sono stati colpiti anche diversi cani padronali, regolarmente vaccinati.
Ora si parla anche di Torino, il che significa che il problema si sta allargando: possibile che nessuno ci dica niente?
Qualcuno sta cercando una soluzione, magari un vaccino in grado di coprire anche contro questo nuovo ceppo, che pare essere particolarmente aggressivo?
E soprattutto, da dove arriva questo virus apparentemente mutato?
I giornali hanno parlato di “corvi e cornacchie”: ma io ricordo che, qualche anno fa, era arrivato un nuovo ceppo del virus del cimurro, anche questo molto aggressivo e anche questo in grado di colpire cani vaccinati. Ai tempi si era parlato del fatto che l’avessero introdotto i cuccioli dell’Est, che non vengono quasi mai vaccinati e che quindi sono potenziali veicoli di contagio ad altissimo rischio, specie quando entrano in Italia abusivamente.
Non è che per caso ci risiamo?
Ma soprattutto: qualcuno sta indagando e si sta preoccupando di come affrontare una possibile epidemia… oppure si sta alla finestra ad aspettare per vedere cosa succederà?
Quando ci sono stati gli allarmi “mucca pazza” – prima – e poi “aviaria”, è successo il finimondo: bastava un caso per far scattare allarmi (e a volte pure allarmismi) mondiali, a far scrivere i titoloni, a volte a far gridare anche “al lupo”.
Stavolta, silenzio: tanto “sono solo cani”. Ma chi questi cani li ama, e deve perderli in questo modo atroce, si sente furioso e impotente. Si sente tradito.
Esiste davvero un nuovo virus contro il quale i normali vaccini sono inefficaci? Esiste davvero un’epidemia?
Vogliamo saperlo, e sapere cosa si sta facendo per combatterla: sempre che davvero si stia facendo qualcosa.