Cagnella, invece secondo me hai colto nel segno IL punto centrale della questione.
- ci sono due ragazzi in ansia perché il loro cane manifesta un'anomalia comportamentale che sembra peggiorare (come suggerisce Chiara, lasciamo tutti perdere le diagnosi "da video" e diamo per scontato il "problema" che si è venuto a creare);
- non sapendo come comportarsi, chiedono consiglio al forum, ricevendone una serie di opinioni, anche contrastanti (ma ribadisco che l'accesso alla più vasta quantità di informazioni e pareri è
a priori un valore; a condizione poi di riuscire a contestualizzarle, e tradurle in una scelta consapevole e non titubante);
- accedono alla valutazione di un professionista (anche qui lasciamo perdere l'opinione che ciascuno si è fatto del comportamentalista in base alle poche righe che ne riferiscono; anche se, entrando nel suo sito, avrei voluto ricevere un'impressione che smentisse l'idea - forse un po' preconcetta - che me ne ero comunque fatto); il quale, come supporto a due persone che si trovano in una posizione di fragilità anche emotiva, offre il sostegno... di una trave sulla testa, proponendo al contempo la paziente ricostruzione di un percorso, dai tempi non meglio delineati.
Allora, posto che mi auguro che dai commenti di noi tutti Fabio possa farsi la SUA opinione, e prendere la decisione più affine al suo modo di essere e di vedere il rapporto con Apple, e certo non ultimo alle sue possibilità di mezzi e di tempo, i miei post non erano orientati a dire "questo sì, questo no", ma solo a indurlo a chiedersi se la "soluzione liquida e diretta" al problema (che almeno per come è stata proposta tanto liquida non mi sembra che sia, visto l'impegno che richiede), non valga piuttosto una riconsiderazione dei momenti gratificanti e dell'attenzione da dedicare, da solo e in coppia, al proprio cane.
Per la forte valenza simbolica del tema di cui stiamo qui discutendo, queste considerazioni valgono per mille aspetti della nostra quotidianità; personalmente non vivo in una grotta, ma spesso ho potuto constatare che il prezzo da pagare per quelli che vengono proposti come "upgrade" della nostra qualità di vita, è quello di perderne il senso "semplice", e realmente gratificante. Sono confortato in questa opinione nel vedere che per molte persone che incontro al parco, al loro primo cane, questo valore di fondo è stata una vera e propria "riscoperta", dal cane alla quotidianità più spicciola.
Accantonato l'angolino "new age"

: anche Tobia ha avuto diversi alti e bassi (scale, petardi, rifiuto di salire in auto, paura di passare per porte strette, nevrosi possessive) puntualmente affiancate da esperienze "a bassa somministrazione di stimolo negativo ed alta somministrazione di stimolo positivo" (campionatura di rumori, porte semichiuse, percorsi domestici con scalette e tunnel comprato all'IKEA per raggiungere un oggetto golosissimo, cacce al tesoro, etc.) + forte socializzazione con
ogni tipo di cane (purché non pericoloso) + disponibilità (non ansiosa) al sostegno (in pratica il messaggio era "io sono qui, se ti serve qualcosa chiedi": e Tobia ha imparato a chiedere, cosa che prima non faceva perché sin dalla nascita "schiacciato" dal fratellino bulletto). Non è un cane perfetto, ma ora che mi sono abituato
anche alle sue imperfezioni come alle sue migliori qualità, gioisco in ogni momento dei
nostri risultati. Non vorrei un cane diverso per niente al mondo, neppure quando lo cazzio e per un po' fa l'offeso
