Nascemmo non voluti,
nascemmo e gli abbracci mai furon conosciuti,
solo la strada ci avrebbe fatto da maestra,
la mamma la vedemmo dietro una finestra,
ci misero tutti insieme in uno scatolone,
e quando pioveva era zuppo quel cartone,
ad uno ad uno ci portaron via degli umani,
i piu' fortunati nelle case, alcuni gli accalappiacani,
io scappai e crebbi da solo e mal sopportato,
su quella lingua d'asfalto dal sole arroventato,
passarono i mesi e con essi le stagioni,
con mangiare poco e spesso preso a calcioni,
mi feci furbo, sapevo dove andare,
per trovar qualcosa di buono da mangiare,
talvolta capitava d'incrociare altri pelosi,
legati ad un guinzaglio e con me assai ringhiosi,
la sera accucciato nel mio letto di foglie,
me l'immaginavo nelle loro cucce piene di gioie,
eh si per loro di un amore s'avvertiva il tepore,
ma lor non son come me figli di un dio minore.