Iaia sai che apprezzo tantissimo i tuoi post ed ho applicato alcuni consigli nella vita reale.
Tuttavia, mi piace anche ragionarci sulle cose, senza ovviamente pretendere di essere depositario di alcuna conoscenza, anzi mi metto in discussione proprio perché riconosco e so di dover imparare ancora molto. Ma prima ho bisogno di capire e un modo, per me, è proprio quello di razionalizzare.
Partendo dal "Tasto sul sedere". In realtà è proprio quello che voglio, cioè che Lasko non si proietti in avanti ma resti seduto e quanto più calmo possibile. Faccio un esempio, l'ho abituato che quando ho la ciotola in mano, prima si siede e così facendo la poggio e lui può mangiare; invece che saltarmi addosso per prendere la ciotola.
Eh sì; è proprio un'abitudine e lui sa che se poggia il culo sul pavimento ottiene la ciotola, in caso contrario non avrebbe alcun motivo a farlo; è evidente questo.
Dopo che ho lavorato con lui per fargli acquistare questa abitudine, secondo Dalla Valle cosa dovrei fare?
Cercare di ipnotizzare in qualche modo il suo sguardo quando è affamato?
Mi sembra pretendere un po' troppo.
Stesso ragionamento per quando facciamo la passeggiata.
Lasko quando si accorge di un altro cane non tira se si mette seduto; cosa che a volte fa anche automaticamente.
Se il cane si allontana non cerca di andarci, semplicemente si volta verso di me e si continua la passeggiata.
Quindi, presumo che non si aspetta che a tutti costi debba andare a giocarci (o forse in cuor suo ci spera

).
Diverso il discorso se l'altro cane ci viene incontro davanti a noi.
Ora, immagina se io dovessi imporre (e questo sarebbe proprio un costringere a fare) a Lasko di ignorarlo. A quel punto sì che dovrei trascinarlo via e pure a forza, cercando di attraversare la strada o cambiare direzione e non sempre si ha questa possibilità.
Per quanto riguarda le esperienze positive.
Stasera Lasko ha incontrato uno yorkshire adulto, ci veniva proprio di fronte nella direzione opposta.
Ci siamo fermati, si è messo prima seduto, poi da solo a terra e quando si è avvicinato per giocarci con la voglia di un cucciolotto si è preso un bell'abbaio da parte di questo e si è messo subito a terra. Poi si è avvicinato con più calma, l'altro si è fatto annusare di dietro e dopo un po' di annusata insistente ha brontolato e Lasko, di nuovo a terra.
Sarà stato questo un cane equilibrato e competente e, quindi, un'esperienza positiva?
Mi spiego meglio: quando dici di fare incontrare il cucciolo solo a cani equilibrati e competenti e così a tali persone, in astratto è giusto e sacrosanto.
Orbene, con le persone è facile capire, o quantomeno intuire, se ci sanno fare con i cani.
Ma con gli altri cani?
Tranne casi eclatanti, non vanno mica in giro con il distintivo di cane competente ed equilibrato.
Per quello che posso, cerco di dedurlo da cosa mi dice il padrone dell'altro cane ad esempio se è egli stesso timoroso o spaventato di un possibile saluto tra i due.
Lasko ha fatto già diverse esperienze, dal cane assolutamente paziente, il cucciolo vispo e allegro come lui, la cagnolina che si spaventa, finanche un pastore tedesco di un anno abbastanza irruente nel metterlo a terra con una zampata e facendo ringhi e schiamazzi (ma senza mai morderlo).
Nonostante ciò, non l'ho mai visto insicuro con altri cani e persone; beninteso per adesso.
I saluti al guinzaglio:
Capita che siano tranquilli, si annusano i genitali e basta, capita che l'altro cane è un giocherellone e saltellano con me e l'altro padrone che a volte dobbiamo rigirare i guinzagli per non farli attorcigliare.
Poi se io e l'altro padrone vogliamo scambiare due chiacchiere fumandoci una sigaretta insieme, i due si mettono seduti o sdraiati accanto a noi e Lasko riesce a farlo molto pazientemente.
Il cucciolone pesa già abbastanza (a 5 mesi pesava 24 kg ora ne ha 9

) e riesco a gestirlo anche quando giochicchia al guinzaglio e, comunque, ho notato che non si scatena come quando è effettivamente libero.
Diverso invece per mio papà, che alla sua età non può certo permettersi un cucciolone che tiri e si lanci al guinzaglio.
Io non ci sono a casa un pomeriggio e due giorni della settimana e quindi, a parte la passeggiata mattiniera con me, è mio padre che lo porta fuori durante questi due giorni e quel pomeriggio.
Lui evita i contatti con altri cani, proprio per non ritrovarsi a gestirlo quando gioca al guinzaglio, e non mi ha mai raccontato di strattoni.
Dunque, non è sempre facile trovare una regola generale ed astratta che riesce ad essere valida sempre e comunque, è complicato farlo anche per noi uomini, figuriamoci per loro che non possono esprimersi.
Detto questo, spero tu non prenda queste mie affermazioni come una polemica; perché, credimi davvero non vogliono esserlo.
Sono spunti di riflessione che mi servono per comprendere meglio e se me li tenessi per me, perdendomi l'opportunità di una tua risposta, sono sicuro che, altrettanto, perderei un'ottima occasione per imparare