Antonio, ti faccio un discorso. Io, anzi io e Mary, capiamo benissimo l'ansia e capiamo benissimo la sbatta. Lei, piu' di me, si fa sempre in 4 x trovare una famiglia ai pelosi bisognosi. Anche gatti. Dona alle associazioni. Porta cibo ai canili, ecc ecc.
Una cosa non possiamo capire, solo perche' non la proviamo:e' l'ansia. L'ansia che tu hai a causa del contesto dove vivi . Noi, per fortuna, non si ha il randagismo. I cani bisognosi ( pochi) vengono fuori da situazioni diverse. E vengon sempre piazzati.O quasi. Inoltre qua si piazzano la maggior parte di quelli che arrivano dal Sud.La tiua battaglia che, come gia' detto, mi ricorda il Don Chisciotte...ti fa un onore immenso. La tua ansia ci rende a te vicini e solidali. Come tutti o quasi qua nel forum.
Pero'...
E qua finisce il preambolo ed inizia il discorso che voglio farti.
Esistono situazioni...ed esistono OGGETTIVAMENTE....di fronte alle quali bisogna far scelte razionali e ciniche.
Vanno affrontate con distacco. Perche' e' l'unica maniera che rende possibile analizzarle, ponderarle e poi affrontarle nella maniera migliore. In taluni casi, la miglior soluzione equivale al minor male possibile.
Quando ero in Bosnia Erzegovina mi son ritrovato catapultato in un incubo. Non c'eran cani, ma persone. Non c'era il randagismo, bensi' la guerra. Non c'erano i maltrattamenti bensi' la pulizia etnica.
Una analogia c'era, anzi c'e' : la morte.
La morte certa, indiscutibile.Inequivocabile.Postuma. Immediata. A posteriori. O comunque a breve.
Io ho affrontato l'incubo con tutta la forza dei mei 20 anni,e nel pieno del vigore fisico. Di una volonta' ferrea. Di uno stomaco"duro".Ho affrontato quella realta',inizialmente, seguento le regole che mi avevano dato. Ero ligio alle mie spettanze, mansioni e doveri.
Poi...
Poi ho iniziato ad affronatare l'incubo seguento IL MIO CODICE MORALE, premunendomi di non renderne testimonianza alcuna. Con scrupolo, attenzione e meticolosita'.In solitudine ma anche no, se chi era con me ragionava secondo IL MIO CODICE.
Facendolo, ho trasgredito alle regole. Ma ho assecondato la mia natura. Che mi portava a discernere il giusto dallo sbagliato. Il bene dal male. MA CONTRARIAMENTE A CIO' CHE LE REGOLE DICEVANO, MI IMPONEVA DI AGIRE.Agire di conseguenza, per porre fine...per quel poco che poteva competermi...a determinate barbarie.
E piu' seguivo il mio codice, piu' perdevo di vista le regole. Piu' perdevo di vista le regole, meno mi fregava di esse. Il mio codice mi impose di prolungar la ferma altre due volte, e metre i miei compagni non vedevano l'ora di tornare in patria...io restavo attaccato con le unghie all'incubo. Combattevo l'incubo. In un vortice velocissimo di rabbia, azione ed adrenalina.Poi la rabbia e' divenuta odio. E l'odio, alla fine, e' esploso in ira.
E li ho passato il segno.
Morale.
Spirituale.
E mi sono perso.
Potrei dire che il mio superiore di allora, che gia' al primo prolungamento di ferma in quell'inferno inizio' a tenermi curato...mi ha preso per i capelli e riportato in questo mondo.Perche' avevo raggiunto il mio punto di rottura. E credimi, amico mio, ogni uomo ha il suo. Anche chi ha tempra di acciaio.Io il mio l'avevo raggiunto...passato...ed andavo oltre.
Non mi rendevo conto di quanto inutile, straziante, asfissiante.....LOGORANTE...era diventato combattere ad armi impari contro il male piu' oscuro. Cioe' l'abominio. L'abominio che noi, uomini, siamo in grado di fare.Ero una goccia che scendeva da un rubinetto dentro ad una botte...e piu' io aumentavo la cadenza delle gocce...piu' la botte si riempiva.
Antonio, ti parlo come ad un fratello.
Tu ora combatti la tua, di guerra, contro un incubo...il TUO. Ed hai tutto contro. La gente. Il posto. La mentalita'. Monti rabbia, delusione, frustrazione. Ma agisci con forza, decisione, efficacia.
Ascoltami Antonio, ascoltami bene. Anzi leggimi e rileggimi perche' sono serissimo:
PIU' FOGA METTERAI NELL'AFFRONATRE QUESTA TUA BATTAGLIA, PIU' NE USCIRAI DEVASTATO.
Perche' ora TU sei al primo stadio ; io son mesi che ti leggo e che penso e ripenso a quello che sto scrivendoti ora...ma ho sempre rimandato.Poi subentrera' il rancore cupo, ed agirai con ancor piu' veemenza, forza e ardore. Infine...purtroppo ...subentrera' l'ira. Ed io, amico mio, dubito possa avvenir un qualche miracolo che eviti questo cammino. Perche' dubito che le condizioni di cui sopra...leggi "La gente. Il posto. La mentalita'"...possano mutare.
Quando si entra nell'ultimo stadio, si diviene animali. Si perdono le regole, quelle MORALI, e si segue solo il proprio codice. L'ira offusca la ragione. Allontana gli affetti. Fa perdere gli orizzonti. Rende volubili i confini del giusto e dello sbagliato.
In un contesto come fu il mio, si diviene animali nel senso piu'ì stretto del termine. E qui mi fermo.
In un contesto quale puo' esser il tuo,invece, rischi di diventare cieco alle reali necessita' della tua famiglia, dei tuoi animali, insensibile verso gli uomini e distaccato dagli impegni di lavoro o sociali.
Perche' l'ira ti divora, ti rende una forza enorme ma il dazio che paghi e' salatissimo.
Antonio, non finire annegato nella botte dentro la quale il tuo rubnetto gocciola.
Datti regole, e che siano ferree.Segui il tuo codice, ma rendilo flessibile o...quantomeno...non rifarti solo a quello.
TU NON PUOI SALVARE TUTTI I CANI DEL TUO CIRCONDARIO.
TU NON PUOI, ED E' UN DATO DI FATTO.
CHIARO, INEQUIVOCABILE, CRISTALLINO.
Tu vorresti farlo, sai che potresti fare piu' di quello che fai. Limando tempo, danari e risorse alla tua famiglia e a te medesimo.E probabilmente, anzi sicuramente, l'hai gia' iniziato a fare.
Ma devi fermarti. Ora fermati, rifletti...rifletti ed analizza cinicamente la situazione.
FAI QUELLO CHE PUOI IN RELAZIONE A QUANTO PUOI MA SENZA PERDERTI DENTRO.
Rammenta, amico mio, il paragone del rubinertto che goccia. Piu' aumenti la frequenza e piu' si riempie la botte.
Salvi dieci cani, e ne vedrai altri 10. Poi 30. Poi mille.
TU SEI SOLO ca##o, TU LI SEI SOLO.
E NON PUOI PERMETTERTI DI PERDERTI
Ascoltami, dammi retta....votatoi anima e corpo al tuo codice che e' puro e giusto, ma senza regole cio' che e' una aureola diviene un collare.