Rispondo con due articoli di Valeria Rossi, allevatrice e giornalista, da usare come spunti di riflessione generali
IL MASCHIO HA BISOGNO DI ACCOPPIARSI?
scritto da Valeria Rossi
Ecco due mail "tipo" arrivate a un allevatore italiano:
"Possiedo un cane figlio di XXX e di YYY e nipote di un campione internazionale riproduttore, come risulta dal certificato di iscrizione al L.O.I.Vorrei sapere come posso fare per farlo accoppiare".
"Ciao, desidererei far accoppiare per la prima volta il mio cane di 5 anni: è un discendente di XXX, i nonni sono stati campioni di bellezza e riproduzione. Le sue generalità sono riportate sul pedigree. Sapete come posso trovare in provincia di Y una femmina con cui farlo accoppiare? Non voglio niente in cambio, lo faccio solo per lui. Grazie."
La prima domanda che bisogna porsi è la seguente: PERCHE' quasi tutti i proprietari di un maschio desiderano accoppiarlo?
Le possibili risposte possono essere due:
RISPOSTA EMOTIVA
Molto spesso la risposta ha una motivazione "sentimentale": si pensa di fare il bene del cane, come dimostrano le parole "non voglio niente in cambio, lo faccio solo per lui".
Ma sappiamo davvero COSA stiamo facendo per lui?
Per chiarirsi le idee bisogna tener presente che:
a) il cane non è un uomo: lui segue la "sua" natura e non la nostra, e non è certo schiavo di condizionamenti sociali. Se per un maschio umano "non trovare una donna" può rappresentare un problema psicologico, ciò non avviene affatto per il cane, che in natura si accoppia assai raramente…e se ne infischia! Tra i lupi si accoppia effettivamente solo il maschio alfa, ovvero il "capobranco": gli altri maschietti stanno a guardare, e la cosa non turba minimamente la loro psiche (né tantomeno il loro fisico);
b) la stragrande maggioranza dei lupi passa tutta la vita senza coronare alcun sogno d'amore, anche perché in realtà non ha sogni d'amore. Al massimo ha una velata "speranza" quando sente certi profumini nell'aria, ma se non è un soggetto fortemente dominante non proverà mai a concretizzarla…e vivrà felice e contento ugualmente.
Al contrario, il lupo (o cane) che ha avuto la possibilità di accoppiarsi vive una duplice e costante tensione: una di tipo gerarchico (se mi accoppio sono il "capo", quindi devo stare ben attento a non farmi scalzare dalla mia posizione), e una di tipo prettamente "edonistico" (dopo aver "assaggiato" il sesso, ci prende gusto…e allora SI' che ne sente la mancanza quando non c'è!).
CONCLUSIONE: un cane "di casa", che per ovvi motivi non avrà mai la possibilità di accoppiarsi duecento volte al giorno, non si sentirà "più realizzato" se effettua una o due monte in vita sua.
Al contrario:
a) diventerà "arrapatissimo" e assai più difficile da gestire, perché prima l'odore di una cagnetta in calore gli suscitava solo una vaga curiosità, mentre adesso sa benissimo cosa significa. E siccome "l'oggetto" gli piace molto, farà il possibile e l'impossibile per raggiungerlo (vedi fughe);
b) si sentirà investito di un ruolo dominante, non solo nei confronti degli altri cani (con conseguente rissosità in netto aumento) ma anche, in certi casi, verso i membri della famiglia (per lui siamo tutti cani, per "colpa" dell'imprinting). Quindi potrebbe mostrarsi meno disposto ad obbedire al "capo" umano, che da questo momento viene messo in discussione (e la cosa è perfettamente logica per la sua mente "lupina":"perché dovresti comandare tu, se il maschio alfa a cui è stato concesso di accoppiarsi sono stato io?").
Attenzione, quindi, a non confondere il modo canino e quello umano di intendere il sesso: altrimenti, nella speranza di far felice il cane, si rischia di creargli un sacco di problemi inutili e costringerlo a vivere sotto stress.
RISPOSTA CINOTECNICA
Molte persone citano sfilze di campioni e campioncini nel pedigree dei loro maschi: questo mi fa pensare che oltre alla spinta emotiva ce ne sia anche una cinotecnica.
Per il privato il proprio cane (giustamente) è sempre "il più bello del mondo": se a questo si aggiunge un'ascendenza titolata, è logico che pensino di poter dare un apporto significativo all'allevamento impiegando il proprio cane. In realtà, ahimè, un buon pedigree non basta: il "vero" stallone capace di migliorare la razza deve essere innanzitutto bello, sano e di buon carattere "in prima persona"…e poi dev'essere capace di passare le proprie caratteristiche alla discendenza. Il che è tutt'altro che facile.
In questo caso sì che possiamo paragonare il cane all'uomo: dicendo, per esempio, che per eleggere miss Italia non si fanno sfilare in passerella le mamme e le nonne delle aspiranti al titolo. Si fanno sfilare LORO, perché di bellissime persone con bruttissimi figli, purtroppo, è pieno il mondo umano…proprio come quello canino.
Se ritenete che il vostro maschio possa essere "importante" per la razza, quindi, dovrete innanzitutto portare LUI in esposizione: se otterrà risultati importanti verrà preso in considerazione dagli stessi allevatori.
Non basta: oltre alla bellezza, in una razza, contano carattere e soprattutto salute.
Un buon riproduttore non dovrà essere timido né aggressivo, ma equilibratissimo: in più dovrà essere assolutamente esente da tare ereditarie, perché in caso contrario le passerebbe alla discendenza e danneggerebbe la razza, anziché migliorarla.
Quindi, se ambite a una carriera di stallone per il vostro maschio, dovrete farlo radiografare per accertare che sia esente da displasia dell'anca, e sottoporlo a visita oculistica per accertare che non abbia patologie ereditarie come la distrofia progressiva della retina o la cataratta.
Fatto TUTTO questo, se il cane ha vinto in expo ed è risultato sano ed equilibrato, avrete per le mani un maschio "potenzialmente" interessante, che forse verrà "provato" da qualche allevatore: a questo punto, se i cuccioli saranno all'altezza delle aspettative, il vostro amico diventerà uno stallone richiestissimo.
Se NON sarà così, avrete speso tempo, denaro ed energie solo per accertare che…era meglio lasciar perdere.
Per di più il vostro cane avrà "assaggiato" i piaceri dell'accoppiamento, e si porranno tutti i problemi visti a proposito della "risposta emotiva".
State pensando "ma chi me lo fa fare???".
Be', allora avete tratto le deduzioni giuste.
Non ve lo fa fare nessuno: non c'è motivo di farlo per amore del cane, perché lui non ne ha affatto bisogno (anzi!), e non sempre il gioco di farlo "per la razza" vale la candela. Ha senso che tutti i problemi di cui sopra vengano affrontati dagli allevatori, perché loro hanno scelto la "missione" di migliorare della razza e perché prevedono un ritorno di tipo economico (il che mi sembra assolutamente giusto…altrimenti, avendo molti cani e non uno solo,dovrebbero moltiplicare il "chi me lo fa fare?" per il numero dei loro soggetti).
Per il privato, però, il discorso è molto diverso: e solo avendo ben chiari tutti gli aspetti del problema si potrà prendere una decisione meditata e consapevole.ACCOPPIARE OPPURE NO?Abbiamo una femmina...che voglia di farle fare una cucciolata!
Oppure abbiamo un ben maschietto: perché non trovargli moglie?
In realtà, come quella di scegliere un cucciolo, la scelta di accoppiare il proprio cane dovrebbe essere meditata e responsabile.
Vediamo insieme quali sono le domande più frequenti che si possono porre i proprietari di maschi e femmine, e cerchiamo una risposta corretta.
1) E' vero che il maschio monta le gambe degli esseri umani perché ha bisogno di accoppiarsi?
R: Assolutamente NO. Il gesto della monta eseguito su oggetti (o persone, o animali) diversi da un partner di sesso opposto è un segno di dominanza e non ha alcuna componente sessuale. Non per niente lo eseguono anche i cuccioli ben prima della maturazione sessuale.
2) Se il maschio non si accoppia mai, non subirà uno stress psicologico?
R: No. Il cane non è condizionato dalla cultura e dalla società in cui vive. Un cane che non si accoppia non si sente "meno virile" e sicuramente non soffre per questa mancanza. In natura, in un branco di lupi, si accoppiano solo il maschio e la femmina più alti di grado, i cosiddetti "soggetti alfa": tutti gli altri stanno a guardare, eppure vivono felicemente e senza complessi.
Pensare che il cane "sappia cosa si perde" è un'antropomorfizzazione. Il cane non lo sa. Se ci prova, la cosa gli piace (e allora sì che si stressa, se non può continuare a "praticare"!).
Se non ci prova, vive sereno e tranquillo.
3) E' vero che le femmina, se non ha almeno una cucciolata nella vita, andrà soggetta a problemi di salute come cisti ovariche o tumori dell'utero?
R: Assolutamente NO. Questo tipo di problemi si elimina solo eliminando gli estrogeni, e cioè sterilizzando la cagna con l'asportazione delle ovaie. Farla fare una singola cucciolata non la protegge in alcun modo.
Uno studio americano ha determinato che "diverse" gravidanze (e NON una sola) hanno una funzione protettiva nei confronti dei tumori uterini, ma tra "una" o "nessuna" gravidanza non cambia assolutamente nulla. In compenso far fare troppe cucciolate a una cagna la stressa fisicamente e la predispone a un'altra lunga serie di malattie.
4) Una cagna che non fa mai i cuccioli, non perderà l'istinto materno?
R: L'istinto materno non nasce con la cagna, ma con i cuccioli. E finisce nel preciso momento in cui i cuccioli crescono e vanno per la loro strada.
Quindi: a) è evidente che se una cagna non partorisce, l'istinto materno non le serve a nulla ed è inutile che ce l'abbia; b) non bisogna pensare che l'istinto materno "addolcisca" il carattere della cagna verso le persone o altri animali, perché le due cose non sono in alcun modo correlate.
5) Ho una cagna molto aggressiva. La gravidanza potrebbe renderla più dolce?
R: No. Una femmina dal carattere dolce sarà tale anche senza cuccioli; una cagna diffidente, paurosa e/o aggressiva resterò tale anche se farà duemila cuccioli...ma purtroppo è molto probabile che produca cuccioli diffidenti, paurosi e/o aggressivi.
Se sulla morfologia di una cucciolata i geni materni e paterni influiscono ognuno per il 50%, nella formazione del carattere la femmina è molto più influente. I geni, ovviamente, sono sempre metà suoi e metà del padre: ma la cagna, oltre alla genetica, ci mette il primissimo imprinting e la primissima educazione dei figli. E' la loro prima maestra, la prima guida, il primo esempio da imitare.
I figli di una cagna che teme l'uomo e scappa a nascondersi in un angolo ogni volta che ne vede uno saranno cuccioli estremamente diffidenti, perché hanno imparato dalla mamma che l'uomo è pericoloso e che bisogna nascondersi quando arriva.
I figli di una cagna che corre incontro all'uomo scodinzolando felice impareranno da lei che l'uomo è un amico, e saranno cuccioli molto socievoli.
Ovviamente poi le esperienze personali di ogni cane gli faranno assumere atteggiamenti diversi a seconda delle situazioni: ma si parte da una base ben diversa a seconda degli atteggiamenti tenuti dalla madre nelle prima settimane di vita dei cuccioli.
Per questo (anche se sono sconsigliabili entrambi, ovviamente) l'uso in riproduzione di femmine dal carattere poco equilibrato è assai più deleterio dell'uso di maschi con lo stesso problema.
6) E' vero che il maschio, dopo essersi accoppiato, può cambiare carattere?
R: In alcuni casi, sì.
Succede specialmente nei cani più "lupini", ma può succedere anche ad altri.
Il cane che monta si sente investito di un ruolo dominante nei confronti degli altri cani, e questo può rendere rissoso un cane che prima era amichevole con tutti. In alcuni casi questa dominanza può estendersi anche i membri della famiglia, e il cane può mostrarsi meno disposto ad obbedire al "capo" umano, che da questo momento viene messo in discussione.
Poiché il cane ritiene che apparteniamo tutti alla stessa specie, e poiché in natura l'unico ad accoppiarsi è il capobranco...il cane, dopo aver montato, può pensare di essere salito al massimo grado della scala gerarchica, e quindi entrare in conflitto col padrone.
7) La mia cagnina è meticcia, ma vorrei ugualmente farle avere una cucciolata.
So che molti meticci finiscono nei canili, ma io mi preoccuperei con molto anticipo di trovare nuovi padroni affettuosi per i piccoli. Quindi perché dovrei privare la mia cagnina della gioia della maternità e me stessa della gioia di allevare una cucciolata, che credo sia un'esperienza indimenticabile?
R: Per rispondere in modo esaustivo a questa domanda occorrerebbe un libro intero. Ma proviamo a esaminare almeno i punti salienti: a) la "gioia della maternità" è un concetto umano e non canino. La cagna non sa assolutamente cosa significhino concetti come "figli", "cuccioli" e "istinto materno"...finché non li prova. Ma se non li prova li ignora, un po' come abbiamo visto che il maschio vergine ignora le gioie del sesso e non può provare alcuno stress da privazione.
b) è indubbiamente vero: allevare una cucciolata è un'esperienza indimenticabile. Però bisogna sapere esattamente cosa ci aspetta, altrimenti può diventare un incubo.
Innanzitutto il parto è sempre un evento complesso e passibile di complicazioni: non è detto che fili sempre tutto liscio, e le conseguenze possono anche essere molto gravi.
Poi, con i cuccioli...per quindici-venti giorni, in realtà, è tutto fantastico. Dal momento della nascita alle prime poppate, dai primi timidi barcollamenti al momento in cui aprono gli occhi, sembra di vivere in un documentario di Walt Disney e non si riesce a staccare lo sguardo dalla sala parto, perché si è letteralmente affascinati (a me succede ancora dopo trent'anni di allevamento). Poi, però, i cuccioli ESCONO dalla sala parto...e se si ha un allevamento resta tutto bellissimo, perché basta prenderli e portarli al sole nel recintino A, poi metterli a sporcare nel recintino B, poi ricoverarli per la notte nel box C. Ma se i cuccioli sono nati in casa, comincia un periodo allucinante con tre, cinque o dieci piccole pesti che vanno dappertutto, rosicchiano tutto e LA FANNO dappertutto. Inoltre bisogna pesarli, controllarli, sverminarli, vaccinarli, intervenire al volo se qualcuno sta poco bene...eccetera eccetera eccetera. E' un mese di impegno a tempo SUPERPIENO. Quindi attenzione a parlare di "esperienza indimenticabile"...perché lo sarà di sicuro.
Ma bisogna vedere in che senso!
c) mettere al mondo meticci in un mondo che non è pronto ad accettarli (tant'è vero che i rifugi straripano) è una responsabilità ENORME.
Sembra facilissimo trovare nuovi padroni...sulla carta: ma la stragrande maggioranza delle persone che "vorrebbero tanto un cucciolo della Lilli"...se la Lilli partorisse davvero, farebbe marcia indietro accampando le scuse più disparate (oh, che sfortuna! Ho scoperto che mio figlio è allergico al pelo. Oh, che jella! Ci trasferiamo in una casa in cui non accettano cani...e così via)
Anche quelli che il cucciolo lo prendono davvero, però...che garanzie ci danno?
Come possiamo essere DAVVERO sicuri che non prendano il cane "giusto per provare"...e poi, scoprendo che i cucciolo sporcano abbaiano rosicchiano e perdano pelo...non decidano di disfarsene?
Gli animalisti spesso accusano gli allevatori di speculare sui cani, vendendo i cuccioli anziché regalarli. In realtà - oltre agli effettivi "costi di produzione" di una cucciolata di qualità, che abbiamo esaminato nel numero di giugno di "Ti presento il cane" - c'è da considerare il fatto che una persona che PAGA per avere il cucciolo è decisamente più restia all'idea di buttarlo in mezzo a una strada quando magari si accorge che l'impegno è superiore alle previsioni.
Non è che il cucciolo meticcio sia considerato "di serie B" perché è meticcio: spesso è considerato (o meglio "trattato") come un oggetto di serie B solo perché è GRATIS.
Molte persone, a questo punto, obietteranno: "Ma io sono sicurissimo delle persone a cui affiderei i cuccioli! Si tratta di mio cugino, di mia sorella, di mio zio..."
A queste persone rispondo solo di andare a dare un'occhiata al canile municipale. TUTTI quei cani avevano dei padroni, un tempo...e tutti quei padroni sono stati sicuramente cugini,
fratelli, zii di qualcuno.
8 ) Ma allora solo i campioni di bellezza, secondo voi cinofili, avrebbero il diritto di accoppiarsi?
NO.
Ma dovrebbero avere diritto di accoppiarsi solo i cani sani e "desiderati", ovvero i cani che hanno ottime possibilità di trovare una famiglia che li ami.
La scelta di accoppiare solo esemplari di buon livello cinofilo è dettata soprattutto dalla consapevolezza che putroppo l'uomo non è ancora pronto a dare amore a chiunque lo meriti: lo dà a chi è esteticamente gradevole e a chi non gli pone troppi problemi. Sbagliato o no, questo è un dato di fatto.
Poiché i canili sono pieni di cani "non belli e non sani" che nessuno desidera, è altamente irresponsabile metterne al mondo altri.
La scelta di allevare cani di razza, inoltre, permette di tenere sotto controllo il carattere (perché solo accoppiando oculatamente si evita di produrre cani squilibrati) e la salute, testando e controllando le principali malattie genetiche.
9) Se la cagna non partorisce, non andrà soggetta a gravidanze isteriche?
Non sembra che il parto influisca sulla manifestazione di gravidanze isteriche.
Alcune cagne cominciano addirittura ad averle "dopo" aver avuto i cuccioli, mentre prima non le avevano mai manifestate. In realtà la gravidanza isterica non sembra essere legata a un vero e proprio "deisderio" di maternità, anche la cagna può manifestare attaccamento morboso a un giocattolo, mettersi a produrre latte e comportarsi come se morisse dalla voglia di avere cuccioli.
Il vero motivo atavico della gravidanza isterica va ricercato nel mondo dei lupi, in cui:
a) solo il maschio e la femmina alfa si accoppiano, e quindi nasce una sola cucciolata all'anno;
b) le madri, dopo aver partorito, non hanno mai la sopravvivenza assicurata.
Allora Madre Natura ha pensato a una soluzione perfetta: un'altra femmina del branco (solitamente una sorella della madre) si prepara anch'essa alla lattazione.
In questo modo, se la madre naturale dovesse morire, lei allatterebbe i cuccioli orfani garantendo la sopravvivenza della specie.
Questo comportamento non ha più molta ragione di essere nei cani domestici, ed è probabile che vada lentamente estinguendosi: ma per ora si manifesta ancora con una certa frequenza...e non è controllabile nè gestibile attraverso accoppiamenti e cucciolate.
10) Decidendo di NON avere cuccioli, è meglio tenere sotto controllo i cani oppure optare per la sterilizzazione?
La mia scelta personale, con la mia meticcia, è stata la sterilizzazione. Ma questo è un argomento a sua volta molto complesso, che esamineremo per esteso sul prossimo numero di "Ti presento il cane".