ecco, la lotta stiamo cercando di non farla più perché leggevo sempre in questo sito che non andrebbe mai proposta al cane come gioco... lui cerca sempre di giocare alla lotta, gli piace proprio, lo fa solo con mio marito, io in quel modo non ci ho mai giocato sono sempre stata un po' contraria sinceramente..
comunque per rispondere alle tue domande, sì si ferma se glielo si chiede. conosce e rispetta bene i comandi seduto, terra, stai, ecc.. il riporto non lo ama particolarmente (anche se i Golden sono cani da riporto...)
Ciao Silvia, ti rispondo a questo post cercando di fare una sintesi per tutti gli altri post che hai scritto.
Innanzitutto, fai benissimo a mettere da parte il discorso dominanza/sottomissione, perché già le relazioni tra cani sono molto più complesse e articolate rispetto al semplicistico binomio dominanza/sottomissione (ad esempio, ci si può accorgere facilmente che una coppia di cani che vivono insieme hanno un certo tipo di ruolo in casa, che si inverte invece in spazi diversi dalla casa); maggiore complessità hanno, dunque, le relazioni inter-specifiche, ovvero tra specie differenti come l'uomo e il cane.
La maggior parte delle volte il binomio cui sopra porta solo ad una serie di elucubrazioni teoriche del padrone che si concludono con una conclusione spesso disfattista: "è dominante, non c'è nulla da fare".
Secondo me, la cosa migliore è risolvere un problema per volta.
Pertanto, considera che non esiste una ricetta universale per ogni cane. Ad oggi, sono tre le maggiori scuole di pensiero per la gestione e il rapporto tra uomo e cane (il metodo tradizionale, quello gentilista, e il cognitivismo zooantropologico).
Io me le sono più o meno studiate tutte e tre, seguendo l'esatto iter: prima ho provato con il metodo tradizionale, poi ho letto quello gentilista e, infine, il cognitivismo zooantropoligico.
Quando studiavo i diversi metodi, inizialmente, entravo nel panico pensando di stare sbagliando tutto con il mio cane o peggio ancora di creare un gran minestrone che non avrebbe portato a nulla.
Poi ho deciso di prendere i punti in comune di tutti i vari metodi ed anche le differenze, scoprendo che nonostante partano da base teoriche molto diverse, in fin dei conti le differenze sono minori rispetto ai punti in comune.
La cosa più importante è stato imparare ad osservare meglio il mio cane, il suo corpo, cosa voleva comunicarmi e come recepiva la mia comunicazione.
Ebben sì, per alcune cose ho proceduto anche a tentativi, valutando di volta in volta la sua risposta e, conseguentemente, calibrando il mio modo di comunicare con lui.
Infine, ho scoperto che non ero solo io ad insegnare a lui, ma molto ha insegnato lui a me. Mi ha fatto capire come comunicano, come tende la coda ad una determinata altezza se intravede qualcosa che però ancora non ha capito cosa è, oppure come tende il busto se un altro cane lo convince oppure preferisce stare ancora a distanza per studiarlo meglio...e via discorrendo.
Concludendo, la cosa migliore è osservare tantissimo lui, sarà il tuo cane la migliore palestra di insegnamento, e, avendo come base le tre scuole di pensiero (personalmente ti consiglio di dare comunque una letture a tutte e tre, selezionando attentamente gli articoli su internet), utilizzare l'arma segreta: il buon senso.
Tutto ciò, unito alla pazienza e alla curiosità data anche dal fascino di comprendere meglio queste creature eccezionali che non sono solo coda a mille e leccatine affettuosissime, ti aiuterà tantissimo soprattutto nei momenti di maggiore stanchezza.
P.S.
Il gioco alla lotta va benissimo (si diverte, scarica energie e tuo marito si diverte anche, aiuta a consolidare sempre di più il rapporto) e se, inoltre, come hai scritto, si calma se glielo si chiede, non mi sembra assolutamente un caso disperato il tuo Milo