Per glorifeld:
Io non sono un veterinario, sono solo una persona che cerca di fare del suo meglio per i suoi adorati cani e soprattutto per la loro salute, tanto da cambiare diversi veterinari prima di trovare quello giusto, visto che non sono capace di stare a quello che mi dicono, ma mi piace informarmi e guingere alle mie conclusioni.
Forse non mi sono spiegata bene e ho sbagliato a parlare di ceppi diversi, avrei solo dovuto citare il fatto che è un vaccino efficace al 50%...
Ma non sono qui per discutere o urlare come fai tu, mi limiterò a postare la spiegazione di un veterinario che chiarirà i dubbi di molti e darà a tutti, sì la possibilità di decidere di testa propria, ma con la dovute informazioni.
Buona lettura a tutti.
"Da pochissimo tempo è disponibile sul mercato italiano un nuovo vaccino (Canileish- Virbac) per la profilassi della leishmaniosi.
Come molti proprietari di cani ben sanno, la leishmaniosi è una malattia seria:non tanto per la mortalità che determina, ma per la complessa e costosa gestione (sia in termini emotivi che economici) dei soggetti malati. Molti proprietari sanno anche che la malattia è trasmessa da un insetto pungitore, simile alla zanzara (flebotomo), per cui usano regolarmente prodotti repellenti sui cani nel periodo di attività di questi insetti (da aprile a ottobre).
Cosa molti proprietari non sanno?
Se prendiamo dieci cani e a essi inoculiamo delle leishmanie, in media, solo tre si ammalano, gli altri sette sono resistenti. Perchè? La verità è che non lo sappiamo con precisione. Sappiamo però che dipende dal tipo di risposta immunitaria:ne esistono una buona (protettiva) e una cattiva (non protettiva, che anzi favorisce la malattia), e tra questi due estremi tutta una gamma di situazioni intermedie difficile da codificare. Da questa premessa derivano alcune importanti considerazioni:
1. La malattia leishmaniosi non dipende solo dal protozoo ma dal cane. In particolare, la risposta immunitaria del cane può far la differenza tra malattia e non malattia. In un'area dove la malattia c'è pensare che il cane, anche trattato con i repellenti,non venga mai a contatto con il protozoo è poco realistico.
2. I cani naturalmente resistenti devono contrarre l'infezione, cioè il protozoo deve moltiplicarsi nel cane, per ottenere una risposta immunitaria "buona" (protettiva). Se inoculo leishmanie "morte" ( o proteine purificate di leishmania), non c'è modo di evocare una risposta immunitaria protettiva.
3. Per motivi che non conosciamo un cane naturalmente resistente ( che cioè è venuto in contetto con il parassita ed ha sviluppato la risposta immunitaria immunitaria "buona") può perdere la protezione e ammalarsi. Vale a dire che, se anche induciamo nel cane una risposta immunitaria protettiva, nel corso della sua vita potrebbe comunque manifestare la malattia. Questo è un importante problema per cui gran parte dei ricercatori, umani e veterinari, pensa che non si potrà mai arrivare alla formulazione di un vaccino efficace per la leishmaniosi.
Che cosa vorremmo da un vaccino?
Non ci sono dubbi: che prevenisse l'infezione stabilmente.
Il vaccino Canileish ha chiaramente dimostrato di non essere in grado di prevenire l'infezione. Questa è la prima ragione per cui abbiamo deciso di non vaccinare.
E se il vaccino, pur non prevenendo l'infezione, riducesse il rischio di malattia?
Il problema è dimostrarlo in modo scientificamente convincente. In una popolazione in cui la minoranza dei soggetti infetti si ammala dimostrare una reale riduzione del rischio dai malattia richiede una sperimentazione con numeri molto alti di animali, ben al di sopra di quell utilizzati per la registrazione di canileish. Inoltre gli animali devono essere osservati per lunghi periodi ( nella sperimentazione solo per 24 mesi) considerando il lungo e imprevedibile periodo di incubazione della malattia. Questa è la seconda ragione per cui abbiamo deciso di non vaccinare.
Esistono pubblicazioni scientifiche, in riviste accreditate, su questo nuovo vaccino?
Purtroppo no. Esistono solo i dati forniti dall'azienda produttrice per la registrazione del prodotto in sede europea. Questi dati, finchè non saranno pubblicati su riviste accreditate, non potranno essere oggetto di dibattito scientifico. Il vaccino ha quindi un'autorizzazione legale, ma non una validazione ufficiale da parte del mondo medico. Questa è la terza ragione per cui abbiamo deciso di non vaccinare.
In conclusione?
Siamo un gruppo di medici veterinari che considera la vaccinazione un importante atto di responsabilità medica. Nell'esclusivo interesse del paziente, il medico valuta scientificamente l'efficacia di un vaccino, i possibili effetti collaterali, e decide, in scienza e coscienza, se somministrarlo o no ai propri pazienti.
A nostro avviso, il vaccino Canileish è chiaramente inefficace nel prevenire l'infezione e, sulla base dei dati disponobili, non ha convincentemente dimostrato di ridurre il rischio di malattia.
Se pensiamo questo sarebbe scientificamente incoerente lasciare la decisione di vaccinare al proprietario, anche facendogli firmare un consenso informato. Abbiamo il più assoluto rispetto dei colleghi che invece hanno deciso di utilizzare il vaccino, consapevoli che la situazione si presta a differenti interpretazioni e che in medicina nessuno è portatore di verità rivelate.
Infine, auspichiamo un dibattito scientifico serio che veda coinvolte le strutture pubbliche ( Istituto Superiore di Sanità, Istituti Zooprofilattici, ASL) e i Gruppi di Studi sulla Leishmaniosi, che quotidianamente svolgono un importantissimo lavoro di ricerca e divulgazione scientifica. L'assenza di pubblicazioni scientifiche non può essere motivo per non esprimersi: il vaccino è già in commercio e si dovrebbe prendere una posizione chiara.
Nel confronto cresciamo, con il confronto cambiamo idea."