Un po' per ricordarlo, un po' per nostalgia, Vi voglio raccontare la storia di Leone.
Avevo quasi 17 anni, in quel periodo in casa mia gia' c'era un pastore tedesco di due anni(Ghergheshe), ma era principalmente il cane di mio padre, io ne volevo uno mio.
Non so per quanto tempo martirizzai i miei, finche' un mattino suonarono al campanello, era una nostra vicina, aveva due alsaziani e dentro una cesta, aveva un esserino piccolo e tremolante, ma con due occhi che ti scrutavano l'anima(dopo seppi che i miei erano gia' d'accordo con lei).
Innamorarsi al volo di quel cagnetto, fu questione di un istante, gli preparai una cuccia usando delle vecchie casse di legno, misi una coperta per farlo star caldo, gli preparai le prime pappe con le mie mani.
Il pastore tedesco lo accolse con indifferenza, si limito' a qualche annusata e basta(io vigilavo)
Aveva un gran testone per essere un cucciolo e cosi' lo chiamai Leone.
Leone crebbe in fretta, non era nei canoni dell'alsaziano, venne su un piccolo gigante sia di altezza che di peso, ben presto ebbe un chiarimento con Ghergheshe che d'allora gli giro' a largo.
Era un cane eccezionale all'epoca andavano di moda delle caramelle tonde molto grosse lui riusciva a scartarle e se le mangiava(so che qualcuno inorridira'),
il carattere era come dr jeckill e mr Hyde tenerissimo, affettuosissimo con me irascibile, impetuoso e talvolta anche violento con gli altri, mi fece passare pure qualche momentaccio, quando morse una vecchietta entrata nel giardino a prender fiori(di nascosto)
Di annedoti su di lui potrei raccontarne a bizzeffe da quando si mise contro tre maremmani per proteggermi, a quando fece fare di corsa la discesa d'Albano in bicicletta al vigile notturno che la sera al buio forse spaventato gli aveva puntato la pistola(l'unica volta che mi disubbidi' e non torno' indietro),
Altri guai andava a mangiare le galline del vicino e i miei dovevano ripagarle, poi risse con altri cani e via cosi, ma lo adoravo il mio bel cagnone, era il mio simbiotico, coraggioso senza uguali e ne ebbi tristemente la riprova.
Erano passati sette anni da quando ci eravamo incontrati, una sera che malediro' sempre, i miei decisero di andare a trovare mia nonna che stava male, vollero portare Ghergheshe con noi, e Leone rimase a casa da solo.
Tornammo, c'era una cosa strana nell'aria, non sentivo il suo solito venirmi incontro abbaiano festoso e il cancello era aperto, girammo l'angolo del salice e proprio sul vialetto di ghiaia era steso li' in un lago di sangue crivellato dai pallettoni da cinghiale, era gia' freddo, era comunque riuscito a mordere perche trovammo sangue che vista la distanza ed assenza di scia non poteva esser suo.
Quella fu la volta in cui piansi come non mai, lo tenni cosi' alpetto imbrattandomi del suo sangue non so per quanto tempo, giurai a me stesso di non voler piu cani troppo lo strazio, troppo il dolore.
Mantenni quel giuramento per quasi ventanni, poi incrociai gli occhi di Teo, son sicuro che da lassu' il mio cagnone sorridesse.
E' il colmo sto scrivendo e piango come allora, scusatemi