Il Forum del GOLDEN RETRIEVER
LA MIA VITA CON LUI => Vivere ed Educare => Topic aperto da: Tiziana - 15 Febbraio 2010, 10:29:02
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Questo articolo è stato ripreso dal giornale “ IL SECOLO XIX” ed è la drammatica testimonianza di una ragazza costretta ad abbattere il suo cane…..
Ma davvero tanti sono gli interrogativi che nascono nel leggerlo:
Perché un allevatore cede un cane malato
Perché non sono stati esposti i problemi di salute del cane
Perché gli acquirenti non sono stati informati sul carattere della razza
Il cane aveva già dato segni di aggressività?
Ed altri mille sono gli interrogativi…..ma che servono poi ad arrivare a capire meglio quanto sia necessario in tutte le razze, conoscere e capire quello che il nostro cane ci sta comunicando, proprio per poter evitare di arrivare poi a decisioni così drastiche e dolorose.
«Aggredita dal mio cane e costretta ad abbatterlo»
«Sono stata costretta ad abbattere il mio cane, oramai dichiarato “pericoloso”, contravvenendo alla legge, ma se fosse stato per le Autorità sanitarie, quel bulldog così “letale” sarebbe rimasto in casa mia chissà per quanto tempo, oppure sarebbe finito agonizzante in un canile». È drammatica la storia raccontata da Paola, trentenne rapallese, vittima di un’aggressione, prima, e della burocrazia, dopo. «Alì (questo il nome del cane, ndr) aveva 5 anni e pesava 45 chilogrammi. Era un cane di razza bulldog americano, dotato di microchip e regalatomi da un allevamento di Novara. Sapevo che si trattava di una specie già inserita nell’elenco delle razze pericolose, ma gli ho voluto bene fin dal primo istante, nonostante abbia scoperto ben presto che si trattava di un animale malato. Non poteva mangiare determinati cibi, soffriva di una forma particolare di celiachia e con me portavo sempre farmaci e cortisonici, così da prevenire eventuali malori. All’età di appena 11 mesi, aveva già dato segni di aggressività, ma l’episodio più grave è senza dubbio quello avvenuto il 5 novembre dell’anno scorso. Quel giorno portai Alì a spasso assieme all’altro mio cane. Pioveva e durante la passeggiata, scivolai. Vedendomi a terra, il bulldog si spaventò e mi attaccò. Ricevetti morsi alle gambe e alle braccia. Fui costretta ad arrampicarmi su una cancellata, tentai di bloccarlo strangolandolo, ma era fortissimo e come impazzito. Iniziai a chiedere aiuto e a urlare, ma solo una mia vicina di casa intervenne. Armata di un bastone, quella ragazza colpì Alì alla testa e lo fece desistere. Subito dopo fui portata in ospedale a Lavagna, dove fui medicata. Al pronto soccorso, raccontai l’accaduto e mi fu detto che della vicenda si sarebbe interessata l’Asl 4». Paola riportò lesioni alle gambe suturate con 45 punti e ferite al braccio sinistro gravissime: è stata operata una prima volta e dovrà forse tornare presto sotto i ferri. «Dodici giorni dopo l’aggressione - dice ancora arrabiata Paola - un uomo che dichiarò di essere un veterinario dell’Asl 4 si presentò a casa senza documenti, dicendo solo di dover verificare che Alì non fosse affetto da rabbia e aggiunse pure che la visita mi sarebbe costata 40 euro. Inutile dire che buttai fuori di casa quell’uomo, spiegandogli di tornare munito di documenti di identità o tesserino di riconoscimento». Ad ogni modo il giorno dopo la rapallese si recò negli ambulatori a Rapallo e lì le fu spiegato che il cane, in quelle condizioni, non poteva essere abbattuto, che la legge regionale proibiva l’eutanasia in questo caso. L’unica soluzione era l’affido a un canile: «Non accettai, Alì sarebbe morto di stenti - spiega ancora Paola - allo stesso tempo non potevo certo tenerlo in casa. Una veterinaria specializzata in medicina comportamentale ha visitato Alì e ha stabilito che si trattava di un esemplare che presentava un “rischio massimo” e ha consigliato l’allontanamento o la soppressione eutanasica. Ho scelto, a malincuore, quest’ultima opzione per non far soffrire oltre il mio cane - spiega Paola - ma non l’ho fatto in Piemonte, come mi fu suggerito all’ambulatorio rapallese. L’ho fatto in Liguria, pagando circa 120 euro, il 23 novembre scorso. Ma se fosse stato per le Autorità sanitarie, sarei stata costretta a convivere con un animale potenzialmente letale».
Davvero tanti gli interrogativi che nascono nel leggere questi racconti
Intanto anche il perchè la stessa ragazza dopo i primi episodi non si sia rivolta a chi fosse stato in grado di aiutarla magari a recuperare il cane, a fare una diagnosi dei suoi problemi, a consigliarle che so magari anche una terapia farmacologica oltre che, se possibile dopo averlo visitato, ad un recupero comportamentale......questo non si sa, quello che purtroppo leggiamo è che come sempre alla fine per poca serietà di un allevatore, per poca conoscenza di un acquirente e per non aver chiesto aiuto quando forse era ancora possibile farlo.....un cane è stato soppresso......
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Ne sappiamo qualcosa ... :(
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storia triste :'(
ma quelli che decidono di "abbattere il cane per il suo bene" non li capisco cmq fino in fondo...
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Personalmente, penso che questa scelta sia stata dettata dalla paura di ritrovarsi nella stessa situazione di" totale impotenza" . Non sempre si viene aiutati e supportati come si deve .
Un cane ritenuto pericoloso ha bisognio di un proprietario consapevole di tutte le difficoltà che ci pissono essere nella convivenza ,un addestramento coscienzioso fatto da persone qualificate e sopratutto essere informati prima su tutto .
Per quanto riguarda gli allevatori (facilitoni e commerciali) forse dovrebbero essere un pochino piu controllati ed avere piu professionalità.
Quando prendi un peloso indifferantemente dalla razza non vorresti mai arrivare a queste scelte che sono comunque molto dolorose .
Speriamo non capiti piu di sentire notizie del genere.
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eh no....non va bene così......
io posso raccontarvi una storia analoga, ma che sono sicura avrà un finale ben diverso......
il fratello di una mia amica, lasciatosi ingolosire dall'amico di un suo amico che ha un amico allevatore e voleva cedere un cucciolo GRATIS ha portato a casa una cucciolina di pastore tedesco.....
la mia amica, l'ha subito portata dal veterinario che ha riscontrato una ciste sul cranio, un ernia ombelicale, qualche problemino alla colonna vertebrale e alle zampe posteriori (queste ultime cose saranno da verificare perchè la cucciola ha solo quattro mesi).....
la mia amica ha sempre avuto pastori tedeschi e se ne intende (ha anche fatto un corso per educatore e per toelettatore).......ha iniziato ad avere problemi con l'alimentazione e ora stanno facendo esami e tentativi alimentari perchè il cane ha qualche intolleranza non ben specificata....
a quattro mesi la cucciola è MOLTO, ma MOLTO più alta dei normali cuccioli....muscolatura possente...diventerà gigantesca molto probabilmente....
senza contare che così piccola ha tenta incessantemente di sbranare i gatti!! (conosco la mia amica da 20 anni e da quando li conosco io almeno 10 pastori tedeschi li ha avuti........non ci sono mai stati grossi problemi con i gatti nessun attacco....)
ora le sta dedicando tutte le mattine, ma proprio ieri, scoraggiata mi diceva che in tutta la sua vita non aveva mai visto un cane così potenzialmente pericoloso....sono sicura che non mollerà, che troverà la soluzione....sono sicura che non la farà sopprimere....ma mi chiedo...
che allevatore è uno che CEDE un cane malato??? lasciamo stare i problemi comportamentali, magari non li ha manifestati da cucciolina (ne dubito....ma concediamo il beneficio del dubbio)....
questo cucciolino malato e problematico sta costando alla mia amica tempo e denaro!!!!!!!!!!!! e l'affetto?? dove lo mettiamo?? e se dovesse fallire??? e se TUTTI i tentativi dovessero andar male e si trovasse costretta a sopprimerla??? quanto soffrirebbe LEi e....la CUCCIOLA????
....questi maledetti che cedono i cani in queste condizioni meriterebbero la galera!!!
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Però io allargherei un attimo la prospettiva...qui il problema non è l'allevatore - o meglio lo è in quanto ha mancato di informare e ha scaricato il problema ma non è colpevole del comportamento della lupetta nè del bulldog.
Accanirsi sugli allevatori in questione ci porta a non focalizzare il problema che è la legittimità o meno dell'eutanasia come estrema soluzione di tare comportamentali dell'animale domestico.
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Però io allargherei un attimo la prospettiva...qui il problema non è l'allevatore - o meglio lo è in quanto ha mancato di informare e ha scaricato il problema ma non è colpevole del comportamento della lupetta nè del bulldog.
Accanirsi sugli allevatori in questione ci porta a non focalizzare il problema che è la legittimità o meno dell'eutanasia come estrema soluzione di tare comportamentali dell'animale domestico.
hai perfettamente ragione....ma tu....lo venderesti un cane malato???'
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Di queste storie tristi purtroppo se ne leggono parecchie.
Viene però spontaneo porsi anche delle domande:
Un allevatore ti regala un cane di razza che sul mercato ha un valore abbastanza elevato,perchè?
Se il bullgog avesse attaccato un altra persona o animale che sarebbe successo?
Se non vado errato il bulldog appartiene alle razze considerate pericolose,quindi dovrebbe uscire con tanto di museruola e guinzaglio,se avesse avuto la museruola le cose sarebbero andate diversamente?
L'allevatore sicuramente è un irresponsabile...ma le colpe maggiori sono della proprietaria.
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Sono senza parole... certo avere a che fare con cani problematici non è certo una passeggiata, il fatto è che troppe persone prendono un cane senza aver la ben che minima idea di ciò che rappresenta, magari solo perchè ha un bell'aspetto o perche la sua forza compensa le carenze dell'umano; non tenendo conto dell'impegno, delle problematiche caratteriali che ne possono derivare, soprattutto se parliamo delle cosidette "razze pericolose"), così al primo problema "se ne disfa".
Credo (ma lo dico da profana non me ne vogliano gli addetti) che se gestito bene dall'inizio, con l'aiuto di una specialista, certe situazioni si possano "contenere" però.
Non parliamo poi di quelle persone poco serie (di solito privati ma purtroppo anche qualche allevatore) che si disfa del cane "regalandolo"... quelli sono anche peggio em_Devil e purtroppo sono una realtà del quale diffidare.