Premesso che bisogna rispettare le scelte che ognuno fa in piena libertà.
Trovo però difficoltoso riuscire a collegare l'essere amante degli animali con il proprio regime alimentare.
Sarebbe opportuno capire cosa significhi amare gli animali e, probabilmente, ognuno di noi avrà darà delle risposte differenti. D'altronde, l'amore è un argomento molto soggettivo già nel rapporto tra due persone.
Anche ammettendo che si possa arrivare ad un definizione più o meno accettabile da tutti, come collegarla con il regime alimentare?
Forse non bisognerebbe mangiare gli animali perché esseri viventi?
Ma anche le piante lo sono e, infatti, ci sono pure i "fruttariani" che non mangiano nemmeno le verdure perché ritengono, correttamente da un punto di vista scientifico, esseri viventi anche loro e preferiscono nutrirsi solo di frutti.
Io non riuscirei a sopravvivere mangiando solo frutta
ma è una loro scelta.
Che tutto ciò però possa c'entrare con il rispetto (racchiudiamo in questo termine il concetto di "amore per gli animali" che sembra più attinente alla questione della scelta del regime alimentare) verso altri esseri viventi, mi appare un tantino illogico.
Vuoi per motivi strettamente naturali: tutti gli animali, noi compresi, fanno parte di una catena alimentare.
Vuoi anche per motivi etici. Per me rispettare gli animali, infatti, vuol dire rispettare innanzi tutto noi stessi perché, volenti o nolenti, facciamo parte e condividiamo la stessa terra, lo stesso pianeta.
Dunque, curare per quanto possibile l'ambiente in cui essi vivono e preservarlo dal nostro inquinamento, evitare e bandire abusi, commercializzazioni illegali, bracconaggio, maltrattamenti, e possibilmente evitare di giocare "con il cibo". Ogni animale è infatti una risorsa per un intero ecosistema e non andrebbe sprecato.
Infine, molti allevamenti odierni stanno adottando tecniche più rispettose verso gli animali che vanno a finire sulle nostre tavole, in modo da ridurre al minimo lo stress e il dolore secondo gli studi fatti dalla dott.ssa Temple Grandin.
Allevamenti con tecniche rituali e religiosi, come quelli islamici e ebraici, hanno regole ancora più rigide per l'allevamento (che siano condivisibili o meno è un'altra questione, ma hanno tali regole). Ad esempio, è vietato far soffrire l'animale in qualsiasi modo, infatti se l'animale mostra segni di sofferenza prima della macellazione non verrà ucciso; fino a giungere, addirittura, a vietare che gli altri animali assistano alla macellazione dei loro compagni.
Il cane è un predatore, per quanto molto opportunista, se vede un coniglio o una quaglia potrebbe partire e ucciderla (se è randagio lo fa sicuramente). Senza le nostre sovra-strutture, i cani (ma qualsiasi altro animale) ci mostra che non c'è nulla di immorale in questo, perché mangiare è un'azione proprio a-morale. Mangiare è un istinto che, come il sesso, la sopravvivenza, è al di fuori del campo della morale.
Piuttosto è l'uso che se ne fa del cibo che può avere una connotazione etica.