Ho imparato a conoscere e ad apprezzare i romanzi di John Steinbeck solo recentemente, grazie al professore di letteratura di mia figlia. Ancora devo completare la conoscenza di questo acuto e sensibile scrittore americano, ma ogni tanto capita che le sue opere si intrufolino in modo bizzarro fra gli episodi della mia vita.
Volendo narrare delle mie esperienze di viaggio con una cana dal nome celtico di una regina guerriera, il miglior titolo che mi è venuto in mente è “
Travels with Maebh”. E così scopro che un’altra opera di Steinbeck manca alla mia biblioteca: “
Travels with Charles”, la storia di un viaggio in compagnia di un cane francese dai modi educati di vecchio gentiluomo. Be’, la mia cana è giovane, ma il racconto del primo viaggio con lei parte dal presupposto che Maebh è una principessa, ed è un piacere portarla ovunque.
Non è la prima volta che portiamo Maebh in viaggio, ma si è sempre trattato di percorsi brevi, verso il lago o la montagna. Questa volta ho organizzato un piccolo tour per andare a trovare mio figlio che studia ad Ancona e da un po’ di tempo, impegnato nella frequenza e negli esami, non torna a casa. Ho voluto partire con mia mamma, che non ha mai visto dove abita il primo dei suoi sette nipoti, e con Maebh, perché durante la mia assenza nessuno avrebbe avuto il tempo di occuparsene come faccio io di solito.
Il giorno prima di partire ho preparato in auto tutto il necessario per il viaggio di Maebh: il trasportino, la copertina appena cucita, il contenitore con le crocchette già dosate, la tanica dell’acqua, le ciotole, i guinzagli, i giocattoli, i medicinali di pronto soccorso. Un’ora prima della partenza ho messo in fretta la mia roba in valigia e l’ho caricata, insieme con la torta e le altre cose per mio figlio, e ho pensato che non avevo mai avuto tanta cura nei preparativi, quando ero una giovane mamma che viaggiava con tre pargoli.
A Maebh non piace salire in automobile. Le viene l’ansia e va in iperventilazione. Odia il trasportino perché una volta si è ribaltato mentre lei era dentro. Però mi sembra il modo più comodo e sicuro per farla viaggiare. Ero un po’ preoccupata per i trecentocinquanta chilometri da affrontare in autostrada quindi, dopo un’ora di viaggio, mi sono fermata in un’area di servizio per farla scendere e darle da bere. Poi l’ho portata dentro, per farmi un caffè. Lei brava, seduta, naturalmente riscuote gli sguardi ammirati e anche qualche carezza.
A ora di pranzo abbiamo fatto tappa a Pesaro, con una bella passeggiata e una sosta nella piazza centrale. La temperatura è gradevole, già si respira la brezza marina, ma evidentemente il caldo si fa sentire, per un Golden Retriever, anche se il clima è primaverile. Ogni tanto la bionda si pianta, per sdraiarsi all’ombra con uno sguardo interrogativo: “Ma siete proprio sicure che è il caso di andare in giro sotto il sole?”. Per fortuna ci sono diverse fontane e ho in borsa la bottiglia d’acqua, con cui darle un po’ di refrigerio.
Dopo un viaggio comodo e tranquillo, siamo arrivate ad Ancona nel primo pomeriggio, e abbiamo scaricato le valigie presso l’agriturismo che avevo prenotato. Maebh si è fatta un breve pisolino ristoratore.
Abbiamo poi ripreso l’auto per visitare la parte alta della città, con la bella cattedrale che domina il golfo. Arrivate nella piazza principale, abbiamo trovata aperta la chiesa di San Domenico, che custodisce nell’abside una Crocifissione di Tiziano. Entra mia madre, e un gentile sacrestano le accende la luce per permetterle di ammirare l’opera. Poi, saputo che io son rimasta fuori con la cana, la invita a chiamarmi: “Non c’è nessun problema se entra un cane, basta che non abbai…”. Così percorro la navata e salgo sull’altare con Maebh al guinzaglio. Nella fresca penombra la bionda si sdraia beata, mentre noi ammiriamo la tela e il sacrestano (ma forse era solo un colto volontario) ci dà approfonditi ragguagli sulla composizione dell’opera.
Raggiungiamo poi la sommità del colle, dove troneggia la splendida cattedrale romanica di San Ciriaco. Qui mi fermo ad ammirare il panorama, mentre mia mamma entra per la visita; poi mi dà il cambio, ma cominciamo a capire che la biondina, appena mi allontano, sta in allerta finché non faccio ritorno…
Ad ogni modo scopriamo che, per il Giubileo della Misericordia, anche in questa chiesa c’è una Porta Santa. Allora rientriamo tutte e tre, e mentre ci soffermiamo in silenzio, Maebh si siede in placida attesa. A questo punto vorrei ringraziare i preti della chiesa che frequento: c’è una signora che viene a Messa con un bracco dolcissimo, e lo porta persino a fare la Comunione. Credo che i miei preti non si scandalizzerebbero neppure se qualcuno entrasse con una zebra.
Verso sera, siamo andate a casa di mio figlio. Appena l’ha visto, Maebh ha cominciato a scodinzolare tutta festosa, si è presa le coccole, poi si è sdraiata felice sul tappeto nella sua stanza. Le ho dato la sua pappa e poi siamo partiti per la trattoria che avevo scelto: un bel posto con vista sul Conero. Mentre cenavamo, Maebh si è sdraiata sotto la mia sedia e ha ronfato beata, e così pure ha fatto durante la notte, sul trapuntino ai piedi del mio letto. Solo ogni tanto si alzava per venire a vedere se dormivo, poi ritornava a sdraiarsi tranquilla. Era la prima volta che dormiva nella mia stessa stanza.
Fine del primo giorno di viaggio. Al termine del mio racconto, farò un elenco delle tappe dog friendly. Le foto, sono tutte state scattate con lo smartphone, perché non avevo voglia di portarmi dietro anche la fotocamera.