Finalmente sta arrivando la bella stagione si sa, ma con lei arrivano anche tutti problemi relativi a zecche e pulci, oggi non voglio parlarvi di antiparassitari, ma se può essere utile, illustrarvi in modo un po più dettagliato quelli che sono i problemi che possono causare.
ZECCHELe principali malattie che possono trasmettere sono la PIROPLASMOSI O BABESIOSI, L'EHRLICHIOSI, LA MALATTIA DI LYME
LA PIROPLASMOSI
I periodi umidi e piovosi della primavera e dell'autunno sono favorevoli allo sviluppo delle zecche, infatti queste sono le stagioni più a rischio per il cane, anche se non tutte le zecche sono portatrici di piroplasmi.
Le Zecche che possono trasmettere la Piroplasmosi sono presenti sia nelle zone rurali (cespugli, boschi, rovi, prati dove pascolano le pecore) sia nelle zone urbane (giardini, parchi, terreni abbandonati)
Si nutrono esclusivamente del sangue che prelevano dal cane a da altri animali, come pure dall'uomo.
Nel momento in cui il cane si trova facilmente aggredibile dalla zecca, questa si fissa sulla cute, affonda le sue tenaglie, una sorta di "mandibola"nella pelle e succhiando il sangue del cane si gonfia.
Dopo 48 ore, è in grado di trasmettere al cane i piroplasmi contenuti nella saliva, dopo di che si stacca e cadendo al suolo continua il suo ciclo evolutivo.
Il piroplasma, iniettato attraverso la saliva della zecca, penetra all'interno dei globuli rossi e provoca la loro rottura, causando grave anemia.
I SINTOMI
Il primo sintomo appare generalmente nel cane 4-8 giorni dopo la puntura della zecca portatrice dei piroplasmi.
Generalmente, l'infezione inizia con un grande affaticamento (il cane esita negli spostamenti e rifiuta qualsiasi cibo) ed una febbre elevata.
questi sintomi si accompagnano talvolta, all'emissione di urina scura.
(In alcusi casi si possono riscontrare sintomi della Piroplasmosi possono apparire atipici.)
In 1 o 2 giorni questi sintomi si aggravano con coinvolgimento del fegato e dei reni con un rapido aumento del tasso di urea nel sangue, così come un'intensa anemia, le mucose oculari e labiali diventano pallide.
Senza un trattamento adeguato, intrapreso il più rapidamente possibile, la Piroplasmosi può essere mortale per il cane, soprattutto i soggetti più giovani, che risultano più recettivi all'infezione e sono generalmente colpiti da forme più forti e spesso mortali.
E' necessario quindi consultare il vostro vetrinario appena riscontrati i primi sintomi della malattia. Per confermare la diagnosi, viene eseguito un esame del sangue per visualizzare la presenza al microscopio dei parassiti dnei globuli rossi.
Diagnosticata precocemente la Piroplasmosi può essere curata in modo efficace.
LA PREVENZIONE
Per proteggere il nostro amico è necessario effettuare una triplice prevenzione
1 Applicare regolarmente un antiparassitario efficace
2 Vaccinare, nelle zone endemiche,con il vaccino contro la piroplasmosi
3 Ispezionare accuratamente il nostro amico al ritorno da ogni passeggiata, ed eventualmente eliminare le zecche presenti.
LA VACCINAZIONE
Il vaccino per la Piroplasmosi è oggi, il primo, ed il solo, vaccino antiparassitario per il cane registrato in Europa.
Questo vaccino non garantisce una preotezione lal 100%, ma diminuisce significativamente il rischio di malattia ed attenua la gravità dei sintomi.
Per rinforzare la qualità di questa protezione, è necessario vaccinare al più presto possibile, a partire dal 5° mese,e cioè prima che il cucciolo mpossa entrare in contatto con il piroplasma, soprattutto durante i priodi di minor rischio, cioè l'inverno e l'estate.
L'ERLICHIOSIL'erlichiosi è sostenuta da microorganismi, le erlichie, che come il piroplasma sono parassiti intracellulari, ma che a di differenza di questo, si localizzano all'interno dei globuli bianchi del sangue, dove si moltiplicano per poi diffondersi in diversi organi e tessuti: fegato, milza, linfonodi, polmoni, rene e meningi.
Anche le Erlichie vengono trasmesse mediante il morso di una zecca che rimane infettante fino ad oltre 5 mesi dopo il distacco dall'ospite.
Se sopravvive nei mesi invernali essa diventa potenzialmente infettante nella primavera successiva.
Poichè la stessa zecca può trasmettere anche il piroplasma, è frequente il riscontro di infezioni miste dovute ad Erlichia e Piroplasma.
La prevenzione è la stessa che si usa per la Piroplasmosi.
MALATTIA DI LYMECHE COS'È LA MALATTIA DI LYME?
La malattia di Lyme (il nome deriva dall'omonima cittadina americana dove fu descritto il primo caso nel 1975) è un'infezione batterica che colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Può manifestarsi con sintomi talora gravi, persistenti e, se non curata, assume un decorso cronico.
COME SI TRASMETTE?
A causarla è un batterio della famiglia delle spirochete, di cui sono serbatoi naturali i topi del bosco. Altri animali selvatici (come lepri, volpi, ungulati e uccelli) possono occasionalmente ospitare il batterio e contribuire alla sua diffusione in ambito silvestre.
Le zecche (specialmente del genere Ixodes, il più diffuso in ambiente alpino) sono il principale vettore della malattia. Succhiando il sangue degli animali infetti, raccolgono la spirocheta e con i morsi successivi sono in grado di trasmetterla ai nuovi ospiti.
Le zecche pungono indifferentemente tutti gli esseri a sangue caldo, compreso l'uomo. Il morso non è doloroso e, proprio per questo, passa inosservato. Una volta attaccate alla pelle agiscono come una pompa succhiando e rigettando continuamente il sangue: in questo modo possono contaminarne una quantità enorme in poco tempo.
Alla fine si lasciano cadere sul terreno.
L'HABITAT DELLE ZECCHE
Vivono sul terreno, sull'erba. Prediligono i climi temperati e le zone a maggiore umidità.
Si trovano in prevalenza ai margini dei boschi, nelle radure, alla base dei cespugli e vicino ai corsi d'acqua.
Raramente sopra i 1.500 metri.
Le zecche pungono da primavera ad autunno inoltrato, anche se non si possono escludere i mesi invernali.
Non tutte le zecche sono infette e costituiscono pericolo di malattia.
COME SI RIMUOVONO LE ZECCHE?
Devono essere subito asportate perché tanto maggiore è il tempo che restano attaccate alla pelle, tanto più aumentano i rischi di contrarre l'infezione.
Uno dei metodi più pratici e rapidi per staccare la zecca consiste nell'afferrarla con una pinza il più aderente possibile al piano cutaneo e quindi toglierla tirando verso l'alto ed effettuando contemporaneamente un leggero movimento rotatorio. Nell'eventualità che venga frammentata, si deve cercare di estrarre il rostro rimasto infisso nella cute utilizzando un ago da siringa sterile. Ad estrazione avvenuta deve seguire una accurata disinfezione, l'eventuale applicazione topica di un antibiotico e la profilassi antitetanica se il soggetto non risultasse già immunizzato. Sono da evitarsi metodi impropri di estrazione quali l'applicazione di caldo (fiammiferi appena spenti, spilli od aghi arroventati etc.) o di sostanze quali petrolio, benzina, trielina, ammoniaca, acidi vari etc. purtroppo spesso utilizzati e che inducono un riflesso di rigurgito massivo da parte della zecca con aumento esponenziale del rischio di infezione.
COME SI MANIFESTA LA MALATTIA?
Il segno più frequente e caratteristico è un arrossamento della pelle (solitamente localizzato nella zona del morso) che tende lentamente ad espandersi. Questa lesione (dalla caratteristica forma a "bersaglio") ha il nome di eritema migrante compare dopo un periodo di 4-60 giorni dal morso. Più raramente l'infezione si presenta con dolori articolari o disturbi del sistema nervoso.
COME SI EVOLVE?
Dopo la prima localizzazione nella pelle il batterio trasmesso dalla zecca può diffondersi in qualsiasi parte del corpo e coinvolgere:
le articolazioni (artriti);
il sistema nervoso (meningiti, neuriti dei nervi cranici, difficoltà motorie e perdita della sensibiltà, agli arti);
altri organi interni (cuore, occhio, fegato, reni con disturbi di varia entità).
Se lasciata progredire l'infezione tende a cronicizzare e, dopo un periodo di anni dall'inoculazione del batterio, determinare esiti permanenti.
ricordarsi che le zecche sono più attive da aprile a novembre.
COME SI CURA?
La terapia avviene con comuni antibiotici che però vanno prescritti dal medico e assunti nelle dosi, con le modalità e i tempi richiesti dall'infezione. Una terapia iniziata tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi, è garanzia di completa e definitiva guarigione
Fonte: web
http://www.borreliosidilyme.it/