“Senti, cara, non prendiamoci in giro.
È inutile che io mi sbatta con pediluvi spazzolate crocche monoproteiche gocce di olio di ribes nero per i tuoi pruritini.
Diciamocelo chiaro in faccia: tu mi boicotti e stamattina hai dato il massimo.
Ti sei rotolata nel fango, hai bevuto acqua marrone da un bidone - forse con olio di motore o forse con concime organico, hai rubato un sacchetto con della focaccia che i vignaioli avevano lasciato in giro e ti sei pappata tutto, poi ti sei di nuovo rotolata nel fango... Scusa ma te lo dico, tienti il tuo prurito e finiamola lì.”
A parte che la dermatite sotto i piedi si è risolta, quello che non si risolve è la spasmodica ricerca di cibo della cana.
Ieri mattina, passeggiata sulla Rocca di Garda. Sgancio il guinzaglio su una stradina poco frequentata, e quella si fionda in un campo dove sta una casa in ristrutturazione. Fischio. Non torna. Entro e chiamo. Non la vedo e non torna. Dalla casa i muratori mi guardano. « Cerco il cane! » « Ah, ok! ».
L’ho trovata nel casotto prefabbricato che si stava mangiando il pranzo dei muratori. Siamo scappate!