Spero bene per la tua salute, forza!
Vorrei solo specificare che il mio intervento sulla spesa domestica non aveva nulla a che fare con il disinteresse per la situazione. Vorrei che fosse molto ben chiaro.
Fra l’altro ho una madre ottantenne immunodepressa e spero di poterla presto riabbracciare. Ho amici infermieri e medici devastati dalla fatica e dalla preoccupazione, che lavorano qui negli ospedali cittadini. Ho un figlio appena laureato in medicina che non può ancora rendersi disponibile perché l’ordine dei medici non si è ancora riunito per sancire la sua iscrizione.
È una vita che mi comporto secondo il principio “la mia libertà finisce dove comincia la libertà dell’altro”. In questo caso, la libertà di essere in salute, oppure assistito e curato.
Faccio volontariato da sempre, mi stanno a cuore le persone.
Se non si è capito il mio intervento, spiego di nuovo. Nella situazione cittadina in cui sono costretta a muovermi (una città di 300.000 abitanti) credo di essere meno nociva io, che vado ogni 4-5 giorni in un piccolo supermercato centrale, con poca gente, carrelli piccoli e poche code (e un carrellino solo posso riempire, visto che esco da sola, con scatolette ma anche altro cibo necessario per 4 persone adulte tappate in casa, che devo pure proteggere dal contagio), piuttosto di chi fa molti chilometri e sta in coda a lungo fuori e dentro, davanti alle casse dell’ipermercato, con un carrello grande come un vagone e tanta gente attorno, tutti convinti che la mascherina - panno swiffer li protegga. Potrei andarci anch’io, spenderei pure di meno, ma secondo me farei peggio.
Quindi, mi dà fastidio chi fa di tutte le erbe un fascio.
Io faccio del mio meglio, come sempre ho fatto, e cerco di usare la mia testa, visto che ce l’ho.
Un esempio: il mio senso civico mi ha sempre condotta a fare una raccolta differenziata scrupolosa, a rispettare le norme stradali, a vivere in modo sobrio e attento alla comunità.
Me lo ricordo, quando a casa mia mi dicevano “non sprecare il cibo, perché per certa gente sarebbe il nutrimento quotidiano”. E della mia spesa nulla è mai stato gettato.
Altro che menefreghismo.
Il mio intervento sulla spesa familiare riguardava - per chi non l’avesse ancora capito - la delusione per lo stile comunicativo adottato da certi nostri amministratori, che usano parole inammissibili, trattando i cittadini come dei poveri infantili ignoranti.
Le parole sono importanti e lo “sceriffismo” tanto di moda fa danno.
Chiedere maggior collaborazione e rispetto e senso civico, a mio avviso, passa attraverso altre forme di comunicazione.
Che poi, inasprire i regolamenti con tante diverse ordinanze, obbliga anche a un controllo smodato sulla popolazione e mette a rischio anche molti tutori della legge, ai quali ovviamente va il nostro ringraziamento perché non vengono nemmeno dotati, come si legge, dei DPI necessari.
Buona domenica.