“Distinguersi avvicinarsi e riconoscersi
Dimenticare tutti i fuochi spenti, i mostri i fallimenti
Liberare tutti i prigionieri
Non ti preoccupare
Nelle cose scure come nelle cose chiare Noi ci andremo insieme”GIOVANNI TRUPPI
Ciao piccola mia,
è quasi un mese che fisicamente ci hai lasciato.
E lo so, scusami, che dovrei lasciarti andare, che dovrei lasciarti libera di correre serena senza doverti preoccupare ancora di noi che quaggiù non riusciamo a sopportare il dolore.
Ma come si fa a non sentire la tua mancanza quando ogni angolo del nostro mondo parla, anzi urla, di te?
Piano piano sto portando via le ciotole, i guinzagli, le cucce, le spazzole.
Ho chiuso il sacco del cibo e i bastoncini per i denti per poi portarli in canile.
Ho tolto i tuoi teli dalle macchine e cercato di eliminare qualche pelo di quel colore dorato che ci ha invaso la vita per 13 anni.
Riesco a fare poco alla volta, sai.
Dipende molto dalle lacrime, dai ricordi che mi assalgono, da quel bastardo raggio di sole che illumina dove ti piaceva sdraiarti.
Ma ci provo con costanza, magari usando gli abbracci di Sofia e Sara per sorreggermi.
E so anche che dovrei essere io a confortare la sofferenza silenziosa e fiera di Sofia o ad asciugare gli occhi di mia moglie mentre cerca di non far vedere il dolore che le accarezza il volto.
Teoricamente so tutto, ci sono già passato e credevo che andando avanti con l’età, la consapevolezza, il vissuto, fosse più “semplice” allontanarmi fisicamente da te.
Che povero illuso che sono.
Ho scoperto che proprio l’età, la consapevolezza ed il vissuto rendono l’anima ed il cuore più sensibili e deboli di fronte al silenzio ed al vuoto.
La solitudine non si misura in quante persone ti stanno accanto nel dolore, ma in quante persone condividono con te quella solitudine e quel dolore.
In questo mese ho visto molti occhi vuoti, molti sguardi persi nell’inutile ricerca di te e questo, se possibile, ha reso la tua assenza ancora più insopportabile.
Lo so, piccola mia, che non è questo che ci hai insegnato e che, anzi, ci stai spronando ad usare la tua gioia ed il tuo amore, a non disperdere tutta la meraviglia che abbiamo creato assieme.
E quindi io, che avrei dato tutto per farti vivere ancora, mi sono messo a cercare occhi di cui innamorarmi di nuovo e, insieme a Sara, abbiamo iniziato a cullare l’idea di accogliere un'altra compagna pelosa nella nostra esistenza, considerando tutte le condizioni e difficoltà attuali, soprattutto le mie.
Ed è arrivata lei.
Una scricciolina con un musetto da baciare ed un sederotto che è un inno alla felicità.
Si chiamerà Bibi, come il soprannome di Sofia da piccola ed è nata il 15 novembre (tu il 14, un’altra “coincidenza” di date, come quella di Sofia e Sasha).
E so che adesso stai sorridendo, magari con Sasha, mentre guardate il tramonto come facevamo assieme o pensate alle vocine stupide che faremo con lei.
Da oggi, piccola mia, piano piano cercherò di lasciarti andare un po’ di più, condividendo il tuo amore con questa soffice palla di pelo che, sono sicuro, ci ruberà il cuore come hai fatto tu.
Non ti arrabbiare se ogni tanto piangerò ancora sentendo i tuoi passi, il tuo odore o la tua anima che mi sfiora.
Se Sara od io ci fermeremo a fissare con nostalgia i tuoi posti preferiti o i luoghi che han segnato la nostra meravigliosa avventura.
Sai che siamo umani e deboli e che tu vivrai per sempre con e dentro di noi.
Ciao e grazie, eterno amore mio, non ridere troppo mentre corriamo dietro a Bibi ed al suo ondeggiare incerto, stiamo solo cercando di ricominciare a respirare.