Buonasera. Sono di rientro dalla passeggiata con i miei due cani: femmina di 8 anni e cucciolo di quasi quattro mesi.
Un giro lungo, oggi pomeriggio, perché sono stata tutto il giorno al campo cinofilo nel quale lavoro come educatrice, e dove sto seguendo il corso per istruttore esperto in area comportamentale. I cani hanno fatto un giro stamattina dopo colazione, uno corto dopo pranzo, quello lungo prima di cena.
Abito in una zona molto bella della città, poco trafficata, dove in un soffio posso lasciare i cani di girare liberi su un sentiero e sto abituando il cucciolo al richiamo. In prossimità della stradella asfaltata dico “fermi, mettiamo il guinzaglio”, e si fermano per farselo mettere. I primi giri al guinzaglio il cucciolo li ha fatti sul sentiero, dove il guinzaglio è lungo tre metri e non entra mai in trazione. Se il cucciolo si allontana troppo, si accorge della contenzione e capisce che il guinzaglio è solo una cautela: come quando si mette un cappellino se c’è molto sole, o gli scarponi alti per proteggere le caviglie in montagna.
Fra parentesi, ho appena seguito un ciclo di webinar molto belli sulla libertà: le prime due serate erano tenute da Simone Dalla Valle.
Le prime due uscite di oggi sono state liberi sul sentiero, la terza in città.
Volevo che fosse un’esperienza “forte”, e infatti lo è stata e si è conclusa egregiamente. Sto acquisendo la manualità necessaria per gestire i due guinzagli e i due cani imparano come si va assieme, e in fila, se necessario.
Il guinzaglio sta sui tre metri vicino alle zone erbose e nelle piazze. Si tiene più corto laddove è necessario. Quelli che pensano che uno vada in giro con la lunghezza fissa a tre metri non sanno come si usa questo tipo di guinzaglio, ma sono sempre felice di insegnarlo e di mostrare come il cane, avendo la lunghezza necessaria, ma soprattutto la fiducia da parte del partner umano, impara a non tirare. E l’umano impara a non tirare il proprio cane.
Ecco, oggi pomeriggio siamo scesi in città.
Devo dire che la signora cana è una grande insegnante, ma il nanetto è uno strafigo, non si scompone per nulla.
- Stradone a tornanti con auto e moto e bici su e giù per il sabato sera. Cani attenti e belli in linea sul marciapiede.
- Parchetto con ragazzini scemi muniti di petardi. Cani che annusano l’erba (a guinzaglio lungo) e bevono alla fontanella. E ciao.
- Lungofiume sabbioso con anatre nella corrente. Bello camminare nella sabbia, ma quando serve il guinzaglio è cortino perché il cucciolo si butterebbe in braccio a tutti quelli che lo guardano. Sta imparando a non farlo.
- Lungofiume con ringhiera metallica a picco sul greto. Guinzaglio ovviamente corto, le auto ci sfrecciano accanto. La cana tanti anni fa qui era molto preoccupata. Il cucciolo oggi guardava giù molto incuriosito ma sereno. È passata anche l’autoambulanza a sirena spiegata. Tranquilli, si va avanti. Incrociamo due ragazzi con un giovane Golden maschio. Gentili, il marciapiede è strettissimo, accorciamo tutti e via che si va.
- Su un altro marciapiede largo quaranta centimetri incrocio una giovane mamma col bimbo in braccio. Gentile, scende lei un momento per non mollarmi col cucciolo fra le auto.
- Rientro a guinzaglio lungo sulla nostra strada. Se arriva un’auto, “fermi”, e accorcio. Non c’è nemmeno il marciapiede.
È stata un’esperienza di socializzazione pazzesca, sono orgogliosa dei miei due cani. Giro ad anello di tre chilometri e mezzo, siamo stati fuori un’ora e mezza. Era la prima volta che facevo un giro così lungo con il cucciolo. In alcuni momenti mi sono chinata per rassicurarlo perché ne aveva bisogno per ripartire con fiducia. Sicuramente lo rifarò soltanto con lui, perché deve fare esperienze anche da solo senza la sua “tata”.
Oh, io lavoro così.
Poi, se qualcun altro mi dimostra che è meglio fare in un altro modo, e mi cita pure la bibliografia, ben contenta di imparare.
Ah, e qualcuno mi deve pure spiegare a che cosa serve il «seduto, terra, resta» durante una passeggiata in città.