Autore Topic: Dott. Jeckil e Mr Hide  (Letto 3339 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline LaMaria

  • Life with Maebh
  • Utente Smeraldo
  • ********
  • Post: 14.237
    • Il mio profilo Linktree
Dott. Jeckil e Mr Hide
« Risposta #15 il: 06 Giugno 2018, 08:11:41 »
...
Si tratta di un terrier che, ancora cucciolo, ha subito una grave aggressione per territorialità da un cane adulto, che quindi è diventato più insicuro e diffidente e che ha subito un percorso per così dire di “riabilitazione” in un centro che non posso definire cinofilo per il rispetto che ho verso il significato che esprime questa parola (cinofilia= amore per i cani).

I proprietari di questo cane hanno scelto inconsapevoli quel centro anche perché ancor oggi nel nostro Paese non esistono regole e leggi che regolamentino la professione dell’educatore o istruttore cinofilo. E il personaggio a cui si sono rivolti gode addirittura di importanti referenze.

In questo luogo durante le prime tre lezioni il proprietario non è ammesso perché il “cagnaro” in questione (e “cagnaro” è quasi un complimento, credetemi!) sostiene di dover stabilire “la sua leadership sul cane”! Naturalmente niente premi e niente pettorina, ma il devastante collare a strangolo! (Pardon, ora si chiama ipocritamente “a scorrimento” o “salvapelo”).

Dopo svariate lezioni di questo genere, il povero cane - ovviamente - non ha migliorato il suo carattere, anzi, è stato costretto a una condizione di puro terrore, portando il povero animale ad essere protagonista di alcuni episodi di morsicatura in ambito famigliare.

E, per aggiungere incompetenza a incompetenza, il veterinario curante avrebbe sentenziato: “Non ho mai visto un cane cattivo diventare buono, quindi suggerisco l’eutanasia”. Cioè: non si riesce a risolvere il problema nemmeno con le cattive? Facile: ammazziamo il cane!

Sembra un film dell’orrore! È davvero possibile che questo signore che lavora come medico veterinario non abbia mai sentito parlare dei colleghi esperti in comportamento?!

A questo punto, la famiglia, pur di salvare la vita al cane decide purtroppo di riportarlo dal “cagnaro” di cui sopra, il quale proclama: “Evidentemente c’è un problema mentale.” (Ma va?!) “Posso provare con una forte riabilitazione della durata di 10/15 giorni. Naturalmente mi dovete lasciare il cane e in questo periodo non potete venire a vederlo”.
Dopo la “cura” il cane ritorna in famiglia visibilmente denutrito, con chiazze senza pelo sulla testa e con evidenti atteggiamenti di paura, orecchie basse, coda bassa e un abbaio che sembra quasi un rantolo.

Nel leggere questa storia sono rimasto a dir poco mortificato e avvilito. Arrivare a parlare di orientamento cognitivo zooantropologico, di prosocialità, di alterità animale, di veterinari esperti in comportamento e istruttori riabilitatori, in questo caso è perfino eccessivo.

Basterebbe parlare semplicemente di rispetto. Del rispetto verso un altro essere vivente, verso il suo benessere i suoi bisogni, quel rispetto che non c’è stato non solo verso questo povero cane e verso la sua famiglia ma, di più, verso tutti noi.

...

Quella che vi ho riferito è una brutta storia che giustamente ci fa arrabbiare e riflettere.

Fortunatamente ora il cane sta meglio: è sicuramente più sereno e ha iniziato un percorso di recupero comportamentale che, speriamo, gli consentirà di raggiungere un felice inserimento nel suo gruppo-famiglia.

Rimane il problema di questo nostro mondo della cinofilia così frammentato e contradditorio. Non basta sventolare “gli anni di esperienza” se in questi anni si sono sempre seguiti solo certi metodi discutibili e superati.

Certo, la professione dell’educatore cinofilo non si improvvisa e l’esperienza è fondamentale, ma - a mio modesto parere - serve anche la volontà di mettersi in discussione, di evolvere, di percorrere strade nuove, di capire sempre meglio il cane e la sua mente, senza la presuntuosa e antropocentrica arroganza di doverlo sottomettere e dominare.

Partiamo dal semplice concetto del suo benessere etologico, dai suoi bisogni. L’educazione sarà la naturale conseguenza della necessità del suo inserimento in famiglia e nella nostra società.

Non dimentichiamoci mai che - quasi sempre - ci si trova di fronte il frutto di una selezione di razza che ha un fine molto diverso da quello del vivere in un caotico contesto urbano come quello attuale: nel ruolo di cane di famiglia oggi troviamo cani da caccia, cani conduttori, cani da guardianìa e così via.

Il fondamentale e delicatissimo compito dell’educatore cinofilo - e più ancora quello dell’istruttore - è di aiutare il cane e la sua famiglia per cercare e conquistare una serena convivenza tra cane ed essere umano. Una convivenza che dev'essere appagante per entrambi.

Guardiamo anche al significato delle parole: le azioni dell' "educare" e dell' "istruire" un essere senziente come il cane rappresentano degli intenti positivi, in grado di favorire una crescita condivisa tra persona e animale. "Addestrare" e "programmare" sono termini che appartengono a un mondo militaresco e dell'automazione, dove si impartiscono ordini e comandi sui quali il destinatario non può esprimere la propria opinione o disappunto.

(Cit.)

Offline Brughi

  • Utente Ottone
  • ***
  • Post: 54
Re:Dott. Jeckil e Mr Hide
« Risposta #16 il: 06 Giugno 2018, 11:42:47 »
Ti ringrazio moltissimo La Maria per la tua testimonianza: mi ha molto incoraggiata sapere che anche Maebh abbia un carattere simile a Leila e che con gli accorgimenti che hai messo in atto si sia tranquillizzata. Seguendo le indicazioni dell’educatrice sto imparando a usare il mio corpo e i miei movimenti in modo diverso e qualche piccolissimo segnale di cambiamento già lo intravedo.
Sono al mio primo cane (desideratissimo da anni) e credo di aver commesso diversi errori, tra cui, all’inizio, aver scelto una puppy class non adeguata. Leila è stata super socializzata fin da piccola, ma con l’approccio sbagliato, del tipo:”non intervenire, i cani si arrangiano tra di loro”. Così, senza rendermene conto, l’ho buttata allo sbaraglio con cani che, pur non essendo realmente aggressivi con lei, avevano un comportamento troppo “assertivo” per un carattere delicato come il suo. Dico questo ricollegandomi a quanto ha pubblicato il tuo istruttore cinofilo. Leggere quell’esperienza mi ha agghiacciata e allo stesso tempo mi ha fatta pensare a quanto per noi neofiti sia difficile trovare dei professionisti “giusti” a cui affidarci e imparare. È difficile orientarsi e capire chi si ha di fronte. L’unica è leggere molto, informarsi più che si può, confrontarsi con altri e...non mollare! Grazie ancora

Offline LaMaria

  • Life with Maebh
  • Utente Smeraldo
  • ********
  • Post: 14.237
    • Il mio profilo Linktree
Re:Dott. Jeckil e Mr Hide
« Risposta #17 il: 06 Giugno 2018, 12:39:31 »
Ti ripeto che sei su una buona strada e che stai usando il giusto approccio. Purtroppo la "socializzazione forzata" non dà mai grandi risultati, proprio per i motivi che da sola hai compreso. Gli educatori nelle Puppy Class ben dovrebbero saperlo! Le esperienze da cuccioli, sì, tante, ma devono essere positive per non creare traumi. Di nuovo, buon lavoro e aggiornaci. Coccole a Leila.

 


Privacy Policy - Cookie Policy