Quando penso a un certo tipo di addestramento ... al Behaviorismo, mi viene in mente una mia affermazione (che pongo come premessa al confronto): "È meglio essere clown che fingersi cinofili” ...
clown = è quel personaggio, che ha il compito di trasmettere emozioni con teatralità, mettendo in scena una rappresentazione dialogica (Il modello interattivo – dialogico e l’identità personale) comune tra cane e uomo ...
Quindi l'educatore/istruttore cinofilo zooantropologo non padroneggia risposte, ma piuttosto una teoria ed un modello ed è da questa conoscenza che genera la propria prassi operativa, la quale trova il suo rigore non nell’abbacinante messa in scena di verità precostituite, ma piuttosto nell’accettazione della dimensione plurima della conoscenza e della valenza pragmatica degli interventi di cambiamento.
Prendo spunto da una nota del Prof. Fasola a conclusione di un suo articolo, per dare il mio contributo sul ruolo dell'educatore istruttore cinofilo cognitivista:
Addestratore vs. educatore/istruttore zooantropologo.
La differenza consiste nel fatto che gli addestratori si rifanno ad un codice la cui condivisione non è richiesta agli attori della storia, al contrario l'educatore/istruttore zooantropologo fa riferimento ad un codice condiviso, le cui regole appartengono ad una matrice sociale, piegata alle rappresentazioni individuali e la cui riscrittura avviene nello scambio dialogico fra le parti.
Credere che la forza della propria professionalità consista nel ridurre la complessità di una vita, quella del cane, al resoconto di una strutturazione di comportamenti associativi, equivale al vaniloquio di chi, dopo avere sfogliato un atlante, tenti di convincere gli altri di aver veduto tutto il mondo e, non soddisfatto, rediga una guida turistica attraverso cui imbrigliare le infinite possibilità di un percorso non ancora segnato.
Buona giornata Attilio
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