1) DI COSA SI TRATTA?
La Leishmaniosi canina è una malattia parassitaria ad andamento cronico provocata da un organismo unicellulare (protozoo) chiamato
Leishmania Infantum.
2) COM’E’ POSSIBILE CONTRARLA?Anche per questa malattia l’agente patogeno viene trasmesso da un vettore, il flebotomo o pappatacio: dittero ematofago dal corpo ricurvo ricoperto da una fitta peluria simile al moscerino.
In Italia esistono 7 differenti specie di Pappataci appartenenti al genere Plebothomus in grado di veicolare il parassita.
La sua lunghezza varia da 1,5 mm a 4mm, possiede un apparato boccale di tipo pungente/succhiante e non ha grandi capacità di volo.
Il suo movimento è infatti a scatti e non produce nessuna vibrazione (il nome pappatacio descrive bene questa sua peculiarità ovvero quella di succhiare in silenzio).
Questi insetti sono attivi dal tramonto al crepuscolo e la loro crescita si sviluppa maggiormente da maggio a ottobre.
Il pappatacio pungendo il cane, soprattutto nelle aree sprovviste di pelo come il tartufo e il padiglione auricolare, inocula il parassita attivo nel circolo sanguigno trasmettendo così il contagio.
3) LA LEISHMANIOSI PUÒ COLPIRE ANCHE L'UOMO?Sì, anche l'uomo s'infetta venendo punto da un pappatacio portatore di Leishmania Infantum, per questo motivo la Leishmaniosi è considerata una zoonosi.
In generale i soggetti più a rischio sono persone affette da deficit immunitari gravi ( vedi malati di AIDS, neonati prematuri, soggetti in terapia chemioterapica e anziani immunodepressi).
4) COME SI TRASMETTE L'INFEZIONE?Studi approfonditi affermano che la trasmissione diretta da cane a cane o da cane a uomo è
IMPOSSIBILE poiché il parassita
per diventare attivo deve passare attraverso il vettore, quindi è sempre necessario essere punti da un pappatacio infetto.
Un cane malato può diventare invece "serbatoio" di Leishmania, infatti può essere punto da un pappatacio sano che infestandosi potrà a sua volta diffondere ulteriormente la malattia.
A questo proposito diventa chiaro quanto sia importante mantenere attiva una corretta protezione repellente anche nei cani ammalati.
5) DIFFUSIONE DELLA MALATTIAIn Italia la Leishmaniosi canina è presente in tutti i territori costieri, collinari e pedemontani della Penisola.
L’infezione è endemica nelle zone periurbane e rurali della costiera Tirrenica, nelle aree collinari ad ovest della dorsale appenninica, nelle isole maggiori e minori e lungo la costiera Ionica e del basso Adriatico.
La sua diffusione è però in costante aumento poiché i cambiamenti climatici favoriscono lo spostamento verso Nord e verso quote più elevate degli areali idonei allo sviluppo di questi insetti.
Recentemente è stata infatti segnalata la presenza di pappataci anche in alcune zone del Piemonte, del Trentino e del Friuli Venezia Giulia.
6) TEMPO D’INCUBAZIONE E SINTOMATOLOGIAIl tempo d’incubazione della malattia può variare da un mese ai 6/7 anni.
Il quadro sintomatologico è causato da un vero e proprio squilibrio immunologico poiché gli anticorpi prodotti per combattere il parassita danneggiano seriamente anche l’organismo del cane.
Nelle fasi iniziali i sintomi possono essere vaghi e subdoli, poi con il passare del tempo il cane può manifestare:
- astenia ( stanchezza)
- dimagramento
- linfoadenopatie (aumento di volume dei linfonodi)
- congiuntivite
- lesioni cutanee non pruriginose (di solito forfora, alopecia perioculare, pelo opaco, piccole ulcere soprattutto sul margine del padiglione auricolare e sulla parte più esterna del tartufo)
- onicogrifosi, ovvero la crescita smisurata delle unghie che appaiono simili ad artigli ricurvi
-ipertermia ( rialzo della temperatura corporea).
Nelle fasi avanzate possono comparire anemia, danni a carico dell’apparato gastroenterico ( diarrea mista a muco e/o sangue), epistassi (sangue dal naso), artropatie ( artrosinoviti con conseguente zoppia) e progressiva e inarrestabile insufficienza renale ( primi sintomi: aumento della sete e dell’orinazione).
7) DIAGNOSILa diagnosi è volta a evidenziare la presenza di anticorpi e Leishmanie senza tralasciare l'attenta osservazione clinica del cane.
Attualmente si eseguono esami specifici: IFAT ( Immunofluorescence Assay Test), PCR ( ricerca del DNA protozoario tramite la Proteina C reattiva), esami parassitologici colturali/citologici ed esami ematochimici aspecifici ( Elettroforesi proteica, esame delle urine etc. etc. ).
In caso di accertata Leishmaniosi è fondamentale eseguire una stadiazione della malattia per valutare correttamente terapia e prognosi.
Il gruppo di studio sulla Leishmaniosi canina (
GSLC) ha distinto 5 diversi stadi di malattia nominandoli con le prime 5 lettere dell'alfabeto.
- Stadio A: Esposto
E' un cane che è stato esposto al protozoo: è presente positività ai titoli specifici anticorpali con valore non superiore di 4 volte rispetto a quello "soglia" stabilito dal Laboratorio. Il cane "esposto" non presenta manifestazioni cliniche patologiche. I test parassitari risultano negativi.
- Stadio B: Infetto
E' un cane con positività ai test parassitari che non presenta alterazioni clinico patologiche
- Stadio C: Malato
E' un cane con positività ai Test parassitologici e immunologici ( valore di anticorpi elevatissimo), che presenta segni e sintomi della malattia.
- Stadio D: Malato grave
E' un cane con quadro clinico critico: è presente coinvolgimento renale, epatico, oculare, osteoarticolare e gravi malattie concomitanti
- Stadio E: Refrattario, Recidivo
E' un cane che risulta refrattario al trattamento terapeutico o che manifesta recidive precoci.
8) TERAPIALa terapia di riferimento per la Leishmaniosi canina si avvale di composti Antimoniali Pentavalenti commercializzati sotto forma di sale organico da somministrare per via intramuscolare o endovenosa ( flebo terapia) associati ad Allopurinolo.
Recentemente si è unito alla terapia classica anche un farmaco chemioterapico (Miltefosina) somministrato per via orale e quindi di più facile introduzione.
Si ricorda comunque che il suo utilizzo, insieme a quello di altri tipi farmaci, deve sempre essere valutato con attenzione e preso in considerazione in caso d'intolleranza alla terapia classica di riferimento.
Il monitoraggio periodico degli esami di riferimento diventa fondamentale per un corretto schema terapeutico.
9) PROGNOSIVaria a secondo dello stadio della patologia e dalla capacità soggettiva del cane nel rispondere alla terapia.
Per i cani in stadio B e C la terapia di riferimento ha una buona % di successo anche se i tempi di remissione della malattia sono in genere lunghi.
Per gli stadi D e E la prognosi rimane riservata.
10) PREVENZIONE DELLA MALATTIALa profilassi più importante è volta a impedire che il cane venga punto dai flebotomi.
E' quindi fortemente consigliato:
-far dormire di notte il cane in ambiente protetto: in casa con zanzariere a maglie fitte alle finestre, possibilmente a un piano superiore poiché i pappataci non riescono a volare oltre i 3 metri dal suolo
-ridurre le passeggiate serali/notturne
-utilizzare dispositivi antizanzare UVA nelle vicinanze dell'abitazione: i pappataci sono infatti attratti da fonte di luci deboli
-applicare repellenti efficaci contro i flebotomi: spot on, collari, spray contenenti Piretroidi sintetici ( Permetrina e Deltametrina) sia sui cani sani che malati.
Attualmente in commercio possiamo trovare i seguenti prodotti:
.Advantix® ( spot-on) principio attivo Permetrina, Imidacloprid
.Expot® (spot-on) principio attivo Permetrina
.Vectra 3D ® (spot-on) principi attivi: Dinotefuran, Piriproxifene, Permetrina
.Duowin® ( spray) principio attivo Permetrina
.Scalibor®( collare) principio attivo Deltametrina, Trifenilfosfato
-sottoporre il cane a un controllo annuale sierologico ogni primavera ( soprattutto per le aree più a rischio)
11) VACCINAZIONEGli studi di ricerca medico-scientifica lavorano per individuare nuove strategie per combattere la Leishmania.
Lo scorso gennaio 2011 il Comitato per i prodotti medicinali veterinari (
CVMP) dell'Agenzia Europea dei medicinali ha
concesso parere positivo per l'autorizzazione del vaccino Canileish®.
L'aspetto più importante da sottolineare è che l'immissione del vaccino
NON dovrà comunque sostituire la protezione esterna
antiparassitaria repellente poiché il nuovo farmaco non impedisce al flebotomo di trasmettere il protozoo; la sua azione è
rivolta infatti a stimolare semplicemente il sistema immunitario del cane impedendo così che l'infezione attecchisca in
maniera definitiva.
Per ulteriori approfondimenti si segnalano:
http://www.gruppoleishmania.org/http://www.leishmania.it/?page_id=4http://www.scalibor.it/owners/prevalenza.asp