Manco da molto e torno con notizie non buone. Mi sembra di essere finita in un incubo, una di quelle situazioni che si complicano a cascata, partendo da un quasi nonnulla, o comunque da un intervento di tranquilla routine.
Tutto comincia con l'intervento di sterilizzazione+ lastre definitive che ho deciso, ovviamente, di fare in un'unica soluzione. Dopo averci rimuginato su quasi un mese decido di farla operare da Luisa, la sua allevatrice. Il motivo è duplice: la clinica dove è seguita non mi aveva convinta alle preventive e in ogni caso non eseguono la sterilizzazione in via laparoscopica (che avrei voluto fare). Volendo metterci anche un terzo motivo: mi avevano dato appuntamento verso fine giugno e io al pensiero che a metà luglio saremmo dovuti partire per le vacanze, penso sia meglio anticipare. Luisa mi dice che è disponibile per il 17 giugno e concordo. Nel frattempo ho anche valutato di sentire un terzo veterinario, che fino a ieri non conoscevo, l'unico che in zona la fa per via laparoscopica, ma alla fine mi dico: e va bene, dai è un intervento di assoluta routine, abbiamo tutto il tempo per rimetterci, inutile mettere in mezzo un terzo vet che non so come faccia le lastre.
Frida viene operata lunedì 17, la porto a casa nel pomeriggio e già alla sera si evidenzia un brutto gonfiore: sieroma. La ferita è davvero brutta (ed enorme! quando mai non ho letto il post di Sabry di alcuni anni orsono, avrei preso un'altra direzione!) e sembra faccia fatica a cicatrizzare, c'è un continuo gocciolio. Quando il sieroma comincia ad asciugarsi, a una settimana da intervento, inizio a lasciare Frida senza collare qualche minuto. Era la settimana in cui faceva un gran caldo. Tanto basta perché riesca a togliersi 2 punti. Nuova corsa in ambulatorio, nuove analisi (vanno bene), currettage e altri 3 punti extra. Luisa si offre di tenerla per 3 giorni da lei perché la vuole aiutare con un pro coagulante in vena e per me ovviamente non è comodo fare avanti e indietro 2 volte al giorno (tra l'altro in quei giorni mia figlia aveva l'orale per esame di terza media...). Nel frattempo i giorni di antibiotico sono diventati 10. Vado a prenderla lunedì 1. Frida sta bene, vispa e giocherellona come sempre, mangia senza problemi. Penso di esserne fuori e invece no. Da venerdì scorso inizia d'improvviso a non mangiare anche se il tono rimane buono. Per me l'operazione è cosa conclusa, quindi penso che si sia mangiata qualcosa che non avrebbe dovuto, anche se mi pare strano perché ero sempre con lei. Sabato chiamo la clinica qui vicino per un controllo: addome palpabile, però febbre. Usciamo con ranitidina per 5 giorni e fermenti lattici, probabile gastroenterite. Lunedì inizia la diarrea, quindi martedì chiedo un nuovo appuntamento seguito da un altro ieri mattina presto. Sono preoccupata per l'imminente partenza e vorrei risolvere i problemi, capire che cos'ha, anche perché Frida mangia a volte metà razione, a volte un terzo, (da oggi di nuovo nulla). Ebbene, in nessuna di queste 3 volte viene in mente, sebbene io lo chieda espressamente, di fare un esame del sangue o una eco o entrambi! Esco furibonda, con un nuovo appuntamento fissato per oggi e con un "non si preoccupi che per sabato la rimettiamo in piedi". Inizia a frullarmi per il cervello che c'è qualcosa che stanno sottovalutando, appena arrivo a casa prendo appuntamento con il terzo veterinario, quello della laparo, di cui due mie amiche parlano un gran bene. Me la vede subito ieri sera, in coda agli appuntamenti. La diarrea ormai è liquida e non si ferma nemmeno con il diatab che mi hanno dato martedì! Finalmente qualcuno che pensa sia il caso di fare esame feci, sangue e una eco. Ed è a quel punto che arriva la mazzata: probabile infezione al moncone di un ovaio che interessa parte dell'intestino. Subito terapia antibiotica e flebo, ripetuta questa mattina. Questa sera torno per valutare se c'è una minima risposta all'antibiotico (più probabile iniziare a vederla da domani). In ogni caso al minimo segno di peggioramento devo correre per intervento d'urgenza, dato che si rischia la peritonite. Questo veterinario, un po' burbero ma molto umano, parla di grande sfortuna, una complicanza abbastanza rara ma che può succedere con la tecnica tradizionale (e forse un po' obsoleta, aggiungo io...) anche a fronte dei 10 giorni di terapia antibiotica che ha fatto. Mi dice di avvertire la vet che l'ha operata, ma io non me la sento di riportarla lì. Si offre persino di sentire se ci sono buone cliniche nella zona in cui devo andare in vacanza. Ma a questo punto ci andranno solo i ragazzi, fortuna che questa era una pre-tappa a casa dei nonni al mare, prima delle vere vacanze lontano, a fine mese. Ora la mia testa è tutta per venire fuori da questa assurda situazione e per salvare la pelle alla Fridina. I ragazzi sono in montagna con l'oratorio, non ho cuore di dirglielo, ma domani tornano ed è bene che mi prepari. Al pensiero di un nuovo intervento mi si gela il sangue ma il veterinario è stato chiaro: sarà necessario nel 70-80% dei casi. Ho avvertito Luisa che è incredula, dispiaciutissima; io sono un misto tra arrabbiata, addolorata e incredula. Furente se penso che forse si sarebbe potuto capire non dico subito sabato, ma almeno martedì, quando ancora il cane aveva buone condizioni generali. Ho chiamato in clinica per disdire l'appuntamento di oggi, spiego velocemente a segretaria ma chiedendo di essere richiamata da una delle due dottoresse che l'hanno visitata in questi giorni, ma finora nulla...
Non so davvero cosa dire, quasi non voglio pensare.