Belver, non sono neppure io a dire che approccio cognitivo ed esperienza pratica si escludono a vicenda. Dico, invece, che sono due cose diverse.
E dico, anche, che il cognitivismo applicato tout court al cane non è molto sensato, perché è nato ed è stato sviluppato sulla psiche umana adulta, mentre quando parliamo di cani parliamo di una mente che, se vogliamo proprio paragonarla a quella umana (ma secondo me è sbagliato anche questo, perché siamo specie diverse) equivale più o meno a quella di un bambino di due anni e mezzo (lo dicono gli studiosi, non lo dico io. Anche perché, appunto, io NON trovo di alcuna utilità paragonare il cane né all'uomo, né al bambino. Il cane è un CANE, punto).
Comunque: mi sta benissimo che ci si convinca che il cane pensa, ragiona, ha sentimenti eccetera. Che non è "schiavo" dei suoi istinti. Ma una volta assodato tutto questo... le persone normali, in realtà, di cos'hanno bisogno?
Di un cane educato. Educato nella vita di tutti i giorni, educato nella "pratica": un cane che non tiri al guinzaglio, che non morda, che non litighi con gli altri cani, che non scappi appena viene sganciato dal guinzaglio e così via.
Per ottenere tutto questo, l'"approccio" non serve assolutamente a nulla: ci vuole il "metodo". Ci vogliono le tecniche.
E siccome i CZ si sono messi in testa che l'addestramento è tutto e solo behaviourista (palla galattica!), disdegnano le tecniche/metodologie ecc. educative-addestrative... e non sanno dove andare a sbattere la testa, perché un metodo CZ non esiste. E ripeto: non e-sI-ste.
Quando dall'"approccio" filosofico-psicologico vuole passare alla pratica, il CZ si aggrappa alla metodica del gentle training, TUTTA basata sul condizionamento che lui stesso aborrisce. L'incoerenza è totale e i risultati sono quelli del gentle training: parziali o nulli.
Se poi a te piace avere un cane che si fa gli affaracci suoi, a meno che tu non vada in giro ricoperto di wurstel e palline (perché solo di quelli si interessa, e di te non gli può fregar di meno), sei liberissimo di fare questa scelta.
Però il cane, etologicamente, NON è questo: e lo sapete tutti benissimo. Purtroppo è il business ad essere questo... ed io non ho niente neppure contro il business, purché non lo si faccia prendendo per il naso cani e umani.
Purtroppo nel mondo CZ di prese per il naso ne vedo in continuazione: a partire dall'enormità di "educatori" sfornati (che mi permetterei quasi di definire "derubati"!) in poche lezioni e garantendo loro un lavoro che nove su dieci di essi non avranno mai, perché alla fine del corso non sanno educare neanche un pesce rosso.
Mi scrive continuamente gente che si autodefinisce "educatore" uscito dalla scuola di tizio o caio, e che mi chiede: "Ma cosa devo fare con il mio cane, che... (a scelta: morde, è aggressivo con gli altri cani, mi traina al guinzaglio...ecc.ecc.)?"
Questi sarebbero educatori? Con tanto di diplomino?!?
Il giorno in cui zooantropologi e zooantropologi cognitivisti faranno VERI corsi, con almeno 1500 ore (e non 150) di pratica vera, e faranno uscire persone in grado di affrontare tutte le possibili problematiche legate al cane, ne avrò maggiore rispetto.... anche se continuo a dire che questo tipo di approccio, quando viene estremizzato e "talebanizzato", è la cosa più lontana dall'etologia canina che si possa immaginare. E quindi non può far altro che danni.